Passano i ciclisti: salta il Corpus Domini

La parrocchia costretta ad annullare la tradizionale processione per la coincidenza con Dolomites Bike Day

LIVINALLONGO. Passano i ciclisti: annullata la processione del Corpus Domini. Il parroco di Livinallongo tuona: «Oramai si mette tutto davanti ai valori della fede e delle tradizioni».

Niente processione del Corpus Domini quest’anno a Pieve di Livinallongo. Una delle feste religiose più sentite dalla popolazione sarà annullata per la concomitanza con la prima edizione della Dolomites Bike Day, un’intera giornata dedicata agli appassionati delle due ruote, che il 18 giugno attraverserà tutta la vallata fodoma, con la conseguente chiusura della sr 48 delle Dolomiti.

La manifestazione, aperta a tutti, si svolgerà sul circuito tra San Cassiano in Val Badia, Arabba e Pieve di Livinallongo passando attraverso i passi Campolongo, Falzarego e Valparola. I ciclisti potranno partire indifferentemente da una di queste località per pedalare in tranquillità sulle strade libere dal traffico della auto dalle 10 alle 15 e godersi gli splendidi paesaggi lungo i passi ai piedi del Boè e del Lagazuoi.

In quel giorno però la comunità cristiana festeggia la ricorrenza del Corpus Domini, una delle feste più sentite in particolare tra le vallate ladine e quindi anche a Fodom. La tradizione secolare vuole che dopo la messa nella chiesa di Pieve, i fedeli partano in processione portando sui baldacchini le varie statue dei santi, i gonfaloni delle frazioni accompagnati dai canti del coro parrocchiale, dagli Schützen e dalla banda Fodom. Ogni statua viene portata da una ben determinata “categoria” di persone: quella della Madonna ad esempio dalle donne che vestono il costume ladino, poi c’è San Floriano portato dai vigili del fuoco, Gesù Bambino portato dai ragazzi della prima comunione e così via. Una festa religiosa quindi ma che si fonde nella tradizione e nel senso di identità.

Dalla piazza davanti alla chiesa, la processione si avvia lungo la regionale 48 delle Dolomiti fino davanti alla casa di riposo Villa San Giuseppe nella vicina frazione di Sorarù per poi far ritorno in chiesa.

Normalmente la celebrazione inizia alle 9 e termina dopo circa due ore. Orari che quest’anno la porterebbe quindi a sovrapporsi con la chiusura della Sr 48 delle Dolomiti, che come detto sarà interdetta al traffico dalle 10.

Una concomitanza che non si può risolvere nemmeno anticipando la messa, visto che comunque all’uscita di chiesa, i fedeli non potrebbero poi fare ritorno a casa, a meno di non fare la messa alle 7 del mattino.

«Non sapevo niente di questa manifestazione», spiega seccato il parroco di Livinallongo don Dario Fontana. «Nessuno degli organizzatori (le associazioni turistiche della Val Badia e di Arabba, ndr) è venuto a parlare con me. Anche perché ancora a gennaio avevo comunicato alle autorità competenti le giornate e gli orari delle annuali processioni per le quali si sarebbe reso necessaria una chiusura temporanea della strada».

Comunicazioni che, evidentemente, chi di dovere non ha tenuto conto quando ha concesso i permessi per la Dolomites Bike Day.

«Oramai», continua amareggiato il parroco, «si mette tutto davanti ai valori della fede e della tradizione».

Nei giorni scorsi il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones, durante una riunione in Provincia per decidere la chiusura delle strade richieste da altre manifestazioni ciclistiche si era dichiarato fiducioso di riuscire a trovare un accordo con le autorità religiose. Accordo stroncato sul nascere.

«Non sono ancora stato contattato dal sindaco, ma il consiglio pastorale ha deciso che non sarà spostato l’orario della messa. Anche perché sarebbe del tutto inutile. Quindi se la situazione resterà questa, la processione sarà annullata».

Lorenzo Soratroi

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