Passi, «andiamo verso una chiusura ad ore»

Fondazione Unesco determinata a seguire le risultanze di uno studio Eurac presentato ieri al cda

ALTOBELLUNESE. Nessuno immagina quanti veicoli affollino i passi Dolomitici, a partire dagli 11 bellunesi.

Ben un milione e 200 mila l’anno, uno più uno meno. Contro un milione e 800 mila mezzi pesanti sul Brennero.

«E’ evidente che occorre ridurre questo traffico, sia rispetto all’eccessivo smog, sia per l’inquinamento acustico», conviene Daniela Larese Filon, presidente della Provincia. Ha ragione, perché in verità la percezione dei turisti, soprattutto stranieri, quelli di area tedesca in particolare, è "negativa". Lo ha certificato uno studio Eurac presentato ieri al consiglio di amministrazione della Fondazione Unesco, riunitosi a Cortina; presenti, oltre alla presidente Larese Filon e al suo vice, Roberto Padrin, il presidente della Fondazione Richard Theiner, assessore di Bolzano, ed i rappresentanti delle province di Trento, Bolzano appunto, Pordenone ed Udine. Troppo rumore, troppo traffico, troppo smog, troppe auto, troppa gente sui passi: questa la reazione di almeno 8 turisti su 10, ascoltati da Eurac. Quindi? «Probabilmente decideremo la chiusura ad ore, nei giorni di maggiore traffico». Di maggiore impatto è la situazione del Sella, ma di poco inferiore è la percentuale degli insoddisfatti per quanto riguarda gli altri valichi, dal Pordoi al Pordoi al Costalunga, per quanto ci riguarda. Attenzione, però: se la chiusura a fasce dei passi diventasse una realtà, l’opposizione sarebbe contenuta, anzi minima. Risulterebbe, invece, altissima se fosse introdotto il pedaggio: ben il 71% rinuncerebbe, per esempio, alla salita del Sella. Gli amministratori che fanno parte della Fondazione Unesco dovranno, adesso, prendere delle decisioni. E queste matureranno entro la fine di quest’anno. «La misura più compatibile», puntualizza Larese Filon, «è la chiusura ad ore dei passi, nei giorni di maggiore traffico. Ed è quanto decideremo in consiglio provinciale, dopo aver ascoltato i Comuni e gli operatori economici, in particolare commerciali». Nulla, insomma, verrà deciso d’imperio. Tra i paletti fissati dall'Unesco affinchè le Dolomiti possano continuare a fregiarsi del riconoscimento di patrimonio mondiale dell'umanità, vi sono due scadenze da rispettare, a breve termine: entro il 2015 dovrà essere elaborata una strategia per il turismo sostenibile, mentre entro la fine del prossimo anno dovranno essere poste le basi per un progetto di coinvolgimento della popolazione locale. Questi due aspetti saranno al centro di un'ispezione da parte degli esperti dell'Unesco nel corso del 2016 e sono stati anche al centro della discussione nata durante il consiglio di amministrazione della Fondazione, a cui hanno partecipato i rappresentanti delle Regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia, nonchè delle province di Bolzano, Belluno, Trento, Udine e Pordenone.

Il dibattito principale, al di là delle scadenze imposte dall'Unesco, ha però riguardato la mobilità, con la presentazione di dello studio Eurac.

«E' stato deciso», sottolinea Theiner, « che già entro la fine dell'anno verrà presa una decisione comune sulla regolamentazione del traffico lungo i passi dolomitici, puntando sul massimo coinvolgimento possibile della popolazione e delle categorie economiche».

Il fatto che queste strade attraversino più regioni e province rende inevitabile l'elaborazione di una strategia comune. In caso contrario – è stato rilevato - non si riuscirebbero a raccogliere i frutti sperati. Il CdA della Fondazione, infine, ha approvato il bilancio 2014, "liberando" la disponibilità dei 100mila euro stanziati da ogni membro per finanziare il programma di attività. (fdm)

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