Passi chiusi a ore? «Meglio il pedaggio»
LIVINALLONGO. Passi chiusi ad ore o col ticket? Ancora nessuna decisione, ma la prossima settimana le idee saranno più chiare.
Invece è certo che sul Campolongo sarà installato l'autovelox. E che per il vasto popolo della mountain bike si andrà all'assegnazione di piste sentieristiche specificatamente per questi appassionati.
Ma andiamo con ordine. Il sindaco di Selva Valgardena, essendo chiuso il Sella per neve, è arrivato con gli sci a Canazei, tanto era importante l'appuntamento. E il collega di Canazei l'ha riportato indietro in motoslitta. Ai piedi del Sella si doveva parlare della valorizzazione dei passi dolomitici e Leandro Grones, sindaco di Livinallongo, è stato fra i primi ad arrivare. Era la prima riunione che metteva insieme sindaci interessati, operatori dei passi, responsabili di consorzi turistici e categorie economiche. Tutti convinti che "qualcosa bisogna fare", poichè l'assalto estivo di auto e moto è eccessivo in certe giornate.
La Provincia di Bolzano vorrebbe partire, la prossima estate, con la chiusura ad ore del Sella. Trento, però, non è così convinto. E temendo che la misura possa avere una ricaduta sul Pordoi, il Campolongo ed altri passi della zona, ecco che un po' tutti i presenti hanno suggerito che una misura così drastica non sia messa in atto. Piuttosto - ha suggerito più d'uno - va considerata una regolamentazione dell'accesso con l'introduzione di un pedaggio, di un ticket, che selezioni chi sale e offra qualche risorsa per la riqualificazione dei passi stessi o per qualche intervento di manutenzione. «Le risorse sono quelle che tutti sappiamo, pari quasi a zero, ma i nostri passi», afferma Grones «hanno bisogno di una sistemazione, dai parcheggi all'arredo. I proventi del pedaggio potrebbero tornare utili».
Ma un ticket per tutti? Ovviamente no. Ne saranno esclusi, senz'altro, i residenti. E fors'anche i villeggianti. «Ma il turista del lago di Garda che si fa il giro dei passi è giusto che garantisca il proprio contributo». Anche Grones riconosce - anzi, forse più di altri - che in determinati giorni d'agosto e di settembre l'accesso al Pordoi, piuttosto che al Sella o al Gardena, è davvero impraticabile, tra l'altro con le moto che si rincorrono, zigzagando tra le auto e i pullman. «Gli amici operatori dei passi se ne devono rendere conto, anche perché questo tipo d'assalto non fa assolutamente per loro».
Secondo Grones ed altri colleghi bisogna introdurre, oltre al possibile pedaggio, delle misure per contenere l'inquinamento dell'aria e quello acustico, in particolare per verificare quanto corrono le moto.
Autovelox, quindi, anche sul Pordoi piuttosto che su Sella? «Intanto» annuncia Grones «incominciamo col Campolongo, perché c'è un rettilineo che induce l'automobilista a pigiare sull'acceleratore, in una zona dove ci sono numerosi alberghi e dove per strada passeggiano i turisti». Rispetto al fenomeno in crescita di mountain bike o bici a pedalata assistita, ecco farsi avanti un'indea sempre più condivisa: riservare determinati sentieri esclusivamente a questi mezzi, vietando il transito agli escursionisti. Per motivi di sicurezza.
A Canazei presenti anche un gruppo di albergatori, che hanno hanno ribadito l'importanza della comunicazione «per evitare che soprattutto l'ospite si trovi in difficoltà». Nell'incontro di Canazei è stata ribadita anche la possibilità di studiare nella zona dei passi dolomitici l'utilizzo di mezzi pubblici alternativi a quelli tradizionali, per esempio autobus a trazione elettrica. «Siamo pronti a discutere di tutto perché noi abbiamo a cuore le Dolomiti. Vogliamo rispettarle, proprio nello spirito che è stato premiato con il marchio dell'Unesco che le ha considerate patrimonio mondiale dell'umanità».
All'incontro di Canazei, in ogni caso, nessuna decisione è stata presa. Sarà il secondo appuntamento, la prossima settimana, a scremare le tante idee emerse. Sindaci ed operatori turistici si confronteranno poi con gli amministratori delle Province di Bolzano, Trento e Belluno sulle ipotesi di intervento e sulle opzioni da scegliere definitivamente. «Mi auguro che non manchi il confronto con gli ambientalisti che in materia so dialogici, non più antagonisti come un tempo» conclude Grones.
Francesco Dal Mas
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