Passi chiusi, allarme per l’ipotesi Pordoi la prossima estate

LIVINALLONGO. Lascia? No, raddoppia. La chiusura dei passi dolomitici verrà ripetuta il prossimo anno ed estesa quanto meno anche al Pordoi. Lo lascia intendere Mauro Gilmozzi, assessore provinciale...
LIVINALLONGO. Lascia? No, raddoppia. La chiusura dei passi dolomitici verrà ripetuta il prossimo anno ed estesa quanto meno anche al Pordoi. Lo lascia intendere Mauro Gilmozzi, assessore provinciale di Trento. «I risultati – ha spiegato al vertice interprovinciale dell’altro ieri a Bolzano - dimostrano la bontà dei green days. Certo, ci sono alcune criticità da limare e inizia ora una fase di ascolto e partecipazione per migliorare questo modello, ma la chiusura di Passo Sella verrà riproposto. Il prossimo passo è quello di riuscire a coinvolgere anche il Veneto».


Gilmozzi non ha citato il Pordoi ma il Comitato degli operatori turistici ha più di una ragione di ritenere che questo sarà il destino. Ed ecco, da subito, la mobilitazione, a poche settimane, fra l’altro, dalla sentenza del Tar, il 14 novembre, nell’ambito del ricorso degli stessi operatori contro la chiusura. Sulla scorta dei dati forniti dagli operatori, del tutto negativi, il sindaco di Canazei, Silvano Parmesani, aveva sostenuto, al tavolo di lavoro a Bolzano, che la chiusura dei passi non è una soluzione dei problemi ed aveva auspicato che non si ripetesse, proprio perchè le 9 giornate di chiusura non hanno portato gli effetti sperati.


«La chiusura dei passi ai mezzi a motore non è una soluzione, i passi devono essere accessibili a tutti – commenta Osvaldo Finazzer, presidente del Comitato degli albergatori, rifugisti e ristoratori - si dovranno invece “organizzare”: i Comuni e le Valli, le strutture alberghiere ed extralberghieri e tutto ciò che fa turismo coinvolgendo infine i turisti stanziali ad un approccio alla montagna che è fatta di tanti generi soprattutto senza discriminare nessuno e nel rispetto di tutti. Anche le Apt ora dovrebbero collaborare per la soluzione di questo problema che hanno sollevato».


Finazzer e gli altri imprenditori sottolineano l’importanza strategica del turismo itinerante; una decina di pullman, sul Pordoi, anche ieri e l’altro ieri. «Nel mese di maggio e giugno, settembre e ottobre – sottolinea Finazzer -, i passi vivono di solo turismo itinerante. Nel mese di ottobre abbiamo avuto turisti di ogni genere, grazie a loro abbiamo lavorato, pagato tasse e stipendi, abbiamo mantenuto i passi che era un piacere ammirare, mentre le valli erano spente: tutto chiuso, bar, negozi, ristoranti, alberghi».
(fdm)


Argomenti:passi chiusi

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi