Passi dolomitici c’è un altro ricorso degli operatori

Livinallongo. Il comitato ha presentato al Tar un nuovo atto che si aggiunge al precedente contro Trento e Bolzano
LIVINALLONGO. Il comitato degli operatori turistici dei passi dolomitici non lascia, ma raddoppia.


Ha infatti presentato ai Tar di Trento e di Bolzano un ricorso aggiuntivo a quello che si discuterà martedì prossimo.


Un atto contro le due Province di Trento e di Bolzano e nei confronti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’annullamento dell’ordinanza di chiusura del Passo Sella nei nove mercoledì di luglio e di agosto.


Un provvedimento che albergatori, ristoratori e rifugisti ritengono lesivo dei loro interessi.


Secondo i ricorrenti, «l’irragionevolezza, l’arbitrarietà e l’ingiustificabilità del provvedimento sono ampiamente provati dalle numerose reazioni contrarie», come quelle del governatore veneto Luca Zaia e della Provincia di Belluno, nonché della stessa Confcommercio e della Camera di commercio bellunesi.


Secondo i ricorrenti, il potere amministrativo riconosciuto dal Ministero delle Infrastrutture alle Province «non è stato esercitato in modo ragionevole: infatti, le ordinanze di limitazione del traffico sono state adottate dalle Province senza aver condotto un’adeguata istruttoria e senza offrire una congrua motivazione».


Il parere del Ministero viene ritenuto “illegittimo”, perché Roma avrebbe dovuto procedere ad un’istruttoria tesa a verificare l’idoneità delle iniziative di chiusura, la loro necessità e la loro adeguatezza. «Nel parere del Ministero», come si legge ancora nel ricorso, «non è rintracciabile alcun dato obbiettivo sui livelli di inquinamento e quali siano gli elementi fattuali a cui ancorare le misure di limitazione del traffico. Questo perché il Ministero non ha condotto alcuna istruttoria tesa ad accertare la reale connessione tra le esigenze ambientali e la limitazione del traffico».


Il Ministero ha rilasciato il parere favorevole alla chiusura anche se – contestano i ricorrenti – «non c’è certezza della capacità ricettizia della viabilità alternativa; i provvedimenti non sono coerenti; i segnali stradali non sono congrui; l’ordinanza delle Province risulta incompleta». Pertanto, conclude il ricorso, «non si comprende come da tale motivazione, e dal ricorso dei gravi vizi nella procedura posta in essere dalle Province, possa essere scaturito un parere positivo del Ministero».


Emerge, dunque, che il parere ministeriale «è illegittimo e, con esso, in via derivata, sono illegittime anche le ordinanze di chiusura del traffico adottate dalla Provincia di Trento e dalla Provincia di Bolzano».


Il ricorso aggiuntivo si integra con quello precedentemente presentato che aveva e ha una finalità soprattutto risarcitoria.


Nelle giornate di chiusura del Passo Sella, infatti, tutti i valichi hanno riscontrato minori incassi. I ricorrenti propongono una lunga serie di dati per dimostrarlo; dati che smentiscono quelli forniti da Bolzano e da Trento.


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