Passione motori a Laggio “Backflip” in motoslitta / FOTO / VIDEO
VIGO DI CADORE. Dolomiti da record. Dopo la polenta di Falcade entrata nel Guinnes dei primati, ora tocca a Laggio di Cadore conquistare l’eccellenza nel settore del freestyle motocross, una disciplina che vede sfidarsi spericolati campioni impegnati in acrobazie sulle due ruote.
E non solo. Jason Cesco, 28 anni e una carriera già affermata a livello internazionale, nella “sua” Laggio ha per la prima volta in Italia compiuto un’impresa da record. Un giro della morte, in gergo tecnico backflip, in sella ad una motoslitta. Cesco ha saltato domenica pomeriggio alla seconda edizione dei Cadore Motor Games di fronte a centinaia di persone. Un risultato frutto di mesi di preparazione. «Il primo backflip l’avevamo provato sabato» racconta Manuel Cesco, cugino di Jason e organizzatore della manifestazione, «ma la motoslitta era caduta e si era rotta. Ci abbiamo lavorato sabato notte e domenica era pronta a ripartire. E stavolta il giro della morte è riuscito».
Uno spettacolo che ha tenuto con il fiato sospeso gli spettatori. Pedane e landing, la struttura per l’atterraggio, sono state montate in piazza a Laggio a causa del maltempo che ha reso impraticabili i prati nelle vicinanze della frazione. Detto, fatto: il Comune ha concesso l’utilizzo dello spazio che si è trasformato, per un fine settimana, in un circuito da freestyle ad alto tasso di adrenalina dove si sono esibiti alcuni tra i migliori piloti in circolazione. Oltre al bellunese Jason Cesco c’erano Dan Serblin, alla guida di un quad, e Maurizio Poggiana, Samuele Dottori e Alberto Prosdocimi per la disciplina fmx, tutti del team Daboot. Ragazzi della porta accanto: idraulici, metalmeccanici e baristi da Treviso e Vicenza che hanno fatto della loro passione un lavoro.
Nonostante il maltempo dei giorni scorsi la manifestazione è stata un successo. Anzi, le quasi 50 jeep che hanno partecipato al motoraduno insieme ad un centinaio di moto da cross hanno dato il meglio di sé sui 50 chilometri di tracciato disegnato dagli organizzatori nei boschi del Cadore. Ovviamente fuori strada, fango compreso. «Vogliamo far conoscere il Cadore» spiega Manuel che, dopo la seconda edizione pensa già al tris, «potremmo avere un bacino molto ampio. Ma già così gli alberghi erano pieni. Grazie alle istituzioni e ai volontari che ci hanno aiutato nella realizzazione di questo evento».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi