Passo della Sentinella Una cerimonia semplice ma di grande significato

Un vero successo il pellegrinaggio proposto dall'Ana a 95 anni dalla conquista durante la Grande Guerra
Due momenti della semplice ma coinvolgente cerimonia organizzata in occasione del 95º anniversario dalla conquista del passo della Sentinella, durante la Grande Guerra
Due momenti della semplice ma coinvolgente cerimonia organizzata in occasione del 95º anniversario dalla conquista del passo della Sentinella, durante la Grande Guerra
 
PADOLA.
Una cerimonia semplice, ma molto coinvolgente quella che il Gruppo Ana di Comelico Superiore ha voluto organizzare in occasione del 95º anniversario dalla conquista del passo della Sentinella, durante la Grande Guerra.  E' uno dei luoghi simbolo del Vallon Popera, come una finestra che dal Comelico si apre verso Sesto Pusteria.  Lassù, a oltre 2700 metri di altezza, più di 200 persone - alpini, soci Cai, semplici appassionati di montagna - si sono ritrovate per l'omaggio ai Caduti, con il toccante "Silenzio" suonato dal trombettiere della banda Val Di Gorto e la messa celebrata da monsignor Sandro Capraro con l'accompagnamento del Coro Comelico. Nell'omelia del celebrante, già cappellano militare della Brigata Alpina Cadore, il ricordo degli alpini e di tutti i Caduti delle guerre, senza distinzione di bandiera o divisa. Erano presenti il sindaco Mario Zandonella, con la fascia tricolore, il presidente dell'Ana Cadore, Antonio Cason, il capogruppo Ana di Comelico Superiore, Marco De Martin Pinter, ed una folta rappresentanza di alpini. Le giornata è poi proseguita sopra il rifugio Berti dove il Coro Comelico, diretto da Luciano Casanova Fuga, si è esibito proponendo una serie di canti particolarmente apprezzati dal folto pubblico. In una cornice davvero suggestiva con le Dolomiti del Gruppo del Popera, sono risuonate le note di "Stelutis Alpinis", "Sui Monti Scarpazi" e naturalmente "Signore delle Cime" con una dedica per tutte le vittime della montagna ed in particolare per Aldo Giustina e Alberto Bonafede, i due volontari del Soccorso alpino periti sul Pelmo qualche giorno fa durante un intervento in parete. Ha chiuso il pomeriggio in quota l'esibizione del Corpo bandistico Val di Gorto di Ovaro che ha proposto vari brani, tra i quali l'immancabile "Trentatre", inno degli alpini, e il gran finale con l'inno di Mameli. Ai 2000 metri del rifugio Berti anche il grande Crocifisso artistico della Confraternita di Santa Croce di San Cipriano Serra Riccò, assieme agli alpini di Sant'Olcese, gemellati con Comelico Superiore. Grande soddisfazione quindi per Marco De Martin ed i suoi alpini che hanno organizzato l'evento in memoria di quella lontana ma importante conquista, con il proposito di ripetere il pellegrinaggio anche nei prossimi anni. Un invito a comprendere e ringraziare i protagonisti di quegli eventi, «perchè questa Storia è stata scritta anche per noi».

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