Pasti a scuola, prezzo in base al reddito

Il Comune introduce tre tariffe legate all’Isee per le mense. Novità al via da gennaio per poter informare le famiglie

FELTRE. Non ci sarà più un prezzo unico per tutti i bambini che mangiano alla mensa dell'asilo, delle elementari e delle medie, ma scatta il criterio progressivo. Le famiglie che guadagnano meno risparmieranno un euro alla tavola scolastica, mentre chi ha un reddito più alto spenderà un euro in più rispetto a prima.

Va nella direzione di aiutare chi è più in difficoltà la decisione del Comune di rivedere il sistema tariffario per la ristorazione scolastica con l'introduzione dell'Isee, lo strumento di valutazione, attraverso criteri unificati, della situazione economica di chi richiede prestazioni sociali agevolate. L'intento dell'amministrazione è quello di «dare un segnale con l'obiettivo di passare il più possibile, almeno sui servizi a domanda individuale, a una tassazione che sia legata alla reale capacità contributiva delle famiglie».

Il Comune fornisce un servizio di ristorazione scolastica a sette asili, due scuole elementari a tempo prolungato e alla media Rocca per un totale di 81 mila 100 pasti l'anno, con una media di circa 400 al giorno. La quota di contribuzione a carico delle famiglie è ferma al 1997 poiché le tariffe sono rimaste sostanzialmente invariate anche nel passaggio all'euro quando, a seguito di arrotondamento, è stato fissato il prezzo unico di 4 euro a pasto. Nel sistema attuale sono previste agevolazioni per più fratelli, ma la tariffa non è proporzionata alla situazione economica della famiglia. Ed è quello che è destinato a cambiare. Resta confermato che la sola presenza senza partecipazione al pranzo comporta il conteggio di metà del buono pasto.

«Storicamente c'era una tariffa di 4 euro per tutti», spiega il sindaco Paolo Perenzin. Che annuncia: «Adesso saranno introdotte tre fasce sulla base dell'Isee, la prima da 3 euro per chi ha un reddito fino a 6 mila euro, la seconda da 4 euro (lo step è quello da 6 mila euro a 15 mila) e la terza da 5 (sopra i 15 mila euro). È un primo anno sperimentale, perché non siamo in condizione di fare previsione sull'Isee degli utenti del servizio», aggiunge. «Prudenzialmente ci siamo tenuti su questa stima. Si tratta di rodare il meccanismo per un anno. Cerchiamo di capire se vengono introitati gli stessi soldi di prima o meno per poi eventualmente ricalibrare».

L'adeguamento tariffario, si precisa nella delibera di giunta che lo approva, «è opportuno abbia decorrenza da gennaio 2015 anziché da settembre 2014 per dare la possibilità di informare adeguatamente le famiglie e per dare modo di esaurire i buoni pasto eventualmente già acquistati dai genitori nel corso del precedente anno scolastico».

Raffaele Scottini

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