Patronati a rischio: lavoratori in presidio contro i tagli romani

Uffici chiusi per protesta: «Se nulla dovesse cambiare da gennaio anche i nostri stipendi sarebbero in pericolo»
Di Paola Dall’anese
gian paolo perona- perona- inps- manifestazione
gian paolo perona- perona- inps- manifestazione

BELLUNO. Prima il taglio di 90 milioni di euro dal 2010 al 2013, poi quello di 35 milioni lo scorso anno e ora un’altra sforbiciata da 28 milioni: per i patronati la situazione sta diventando a dir poco insostenibile.

Ieri mattina gli 11 uffici bellunesi - nel 2014 hanno evaso 22.600 procedimenti per tutta la provincia - sono rimasti chiusi, per lo sconforto dei tanti utenti che già dal mattino si erano messi in fila per cercare di sbrigare le loro pratiche. I lavoratori, infatti, sono scesi in piazza per segnalare il loro malcontento e per lanciare un allarme: «Così stando le cose», hanno detto in coro, «anche i nostri stipendi sono a forte rischio».

«Basta tagli al fondo patronati», dicono Monica Bordin dell’Inca Cgil, Stefano Gris dell'Inas Cisl, Giacinto Prest dell'Ital Uil e Giuseppe Diano delle Acli, presenti al presidio davanti all'Inps insieme con un'altra ventina di operatori dei patronati locali .

Scopo dell'iniziativa sensibilizzare la popolazione sul significato di questo ulteriore taglio prospettato da Roma. I referenti dei patronati chiedono che non venga applicato alcun taglio ai fondi. Anzi a dire la verità, «col Ministero l'anno scorso, a fronte di un blocco dei tagli, era stata avanzata la proposta di poter svolgere altre attività, oltre a quello canoniche, dietro compenso da parte degli utenti. Ma poi di questo non si è fatto più nulla».

I patronati evidenziano che il lavoro per loro di certo non manca: «Da quando l'Inps ha richiesto solo pratiche on line tramite Pin, la gente, forse per paura di sbagliare, forse perché molti, soprattutto gli anziani, non sanno usare Internet, si rivolgono ancora di più ai nostri uffici».

La situazione risulta ancora più grave se si considera il ritardo cronico che affligge i pagamenti dei saldi dovuti da parte del governo e la riduzione degli acconti. Il ministero del Lavoro, infatti, non ha ancora chiuso la verifica dell'attività 2012 e non si hanno garanzie sul tempestivo pagamento delle integrazioni ai rimborsi dovuti per il 2013 e 2014, per spese già legittimamente effettuate. «Questo significa che da gennaio la funzionalità degli uffici e il corretto pagamento degli stipendi risulteranno a rischio», dicono i referenti dei patronati, non nascondendo la loro preoccupazione.

Intanto, però, in questa loro battaglia i patronati non sono soli. Molte le persone che ieri si sono fermate per chiedere spiegazioni del presidio, prendendo il volantino che veniva loro offerto.

«La gente è consapevole dell'importanza del servizio che offiramo quotidianamente. E un dato lo testimonia: l’anno scorso in tutta Italia abbiamo raccolto oltre un milione e 180 mila firme contro i tagli del Governo che mettono a rischio l’esistenza dei patronati».

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