Pavaroi, via libera ai fuochi in ordine sparso
AGORDINO. Per i “pavarói” qualche Comune revoca l’ordinanza anti-fuochi, qualcuno lo fa parzialmente, qualche altro ne emette una nuova, altri la lasciano in vigore e si affidano al buonsenso delle persone. Tra tradizione e sicurezza i sindaci agordini vanno in ordine sparso.
Questa sera la tradizione, la prima, vuole infatti che in varie zone dei paesi della vallata si accendano i fuochi dell’Epifania, i “pavarói”, a scopo propiziatorio nella versione pagana, per indicare la strada ai Magi in quella cristiana. La seconda (la sicurezza) chiede però massima attenzione.
Da giorni è infatti in vigore in tutti i comuni l’ordinanza che vieta categoricamente di accendere fuochi all’aperto e sparare mortaretti e petardi.
Fino a due giorni fa nessuno la metteva in discussione e si sognava perciò di accendere un falò, nemmeno per il rispetto del folklore.
Poi nel fine settimana è arrivata la neve e questo ha generato nella gente degli interrogativi: si potranno fare i “pavarói” oppure no? Domanda che non è sfuggita ai sindaci agordini i quali hanno però risposto (o risponderanno) in maniera diversa.
Il sindaco di Agordo, Sisto Da Roit, ha per esempio redatto una nuova ordinanza con la quale concede delle deroghe a quella emessa il 18 dicembre.
In questa maniera l’evento organizzato dalla Sezione agordina del Cai per oggi alle 17.30 sul Brói di Agordo è salvo. Sul grande prato verrà acceso il rogo, mentre sulle cime circostanti (meteo permettendo) i volontari isseranno le ormai tradizionali fiaccole che si accendono per strofinamento e fanno luce per circa 10 minuti.
Anche il sindaco di Taibon, Silvia Tormen, farà una deroga, ma solo per i fuochi che verranno accesi sulle cime e che saranno visibili dal parcheggio in riva al Tegnàs sorseggiando tè e brulè.
Se il sindaco di Colle Santa Lucia, Paolo Frena, questa mattina revocherà parzialmente l’ordinanza per permettere il rito del “pan e vin” con le “donàze” delle 17.30 ai nuovi magazzini comunali («I pompieri controlleranno»), quello di Canale d’Agordo, Rinaldo De Rocco, è intenzionato a revocarla in toto. «Il terreno è bagnato – dice – e poi la nostra gente non è sprovveduta».
Pensiero simile arriva da Rocca Pietore. «Lo scenario è diverso dall’ultimo dell’anno – dice il sindaco Andrea De Bernardin – questa è una tradizione nostra, è un evento circostanziato che in passato è sempre stato gestito dai nostri in maniera attenta». De Bernardin lascerà però in vigore l’ordinanza anche se il vigile ha fatto un giro per invitare alla prudenza quanti sono soliti accendere i fuochi.
L’ordinanza resta in vigore a Cencenighe (dove dal tardo pomeriggio c’è anche la festa al Nof Filò) e Alleghe (Befana alla partenza degli impianti).
«Poi ciascuno farà a suo modo prestando la massima attenzione», dicono i sindaci William Faè e Siro De Biasio.
Michele Costa, sindaco di Falcade, vedrà invece cosa sarà successo nella notte dal punto di vista atmosferico, ma se tutto rimarrà fermo, tale resterà anche l’ordinanza. Prevale la scelta attendista anche a Vallada. «Vediamo domani mattina», diceva ieri il sindaco Fabio Luchetta. Occhio alle bacheche, quindi.
Ezio Zuanel, primo cittadino di La Valle (dove è previsto l’arrivo della Befana in piazza con l’organizzazione della Pro loco), infine, ritiene che il cambiamento delle condizioni climatiche di questi giorni abbia già fatto decadere l’ordinanza, ma Valter Todesco, sindaco di Rivamonte, ricorda che quella regionale «deve essere revocata dalla protezione civile».
Gianni Santomaso
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