Pdl, la corsa alle poltroneporta il caos in Comune

Ogni mal di pancia è sintomo di una malattia e quella che spesso ritorna nel Pdl è legata alla corsa alle poltrone. Sono almeno tre, infatti, i posti che attendono di essere riempiti a Belluno: un assessorato e le poltrone di presidente e vicepresidente del consiglio. Torna in gioco, quindi, un possibile rimpasto di giunta. In fatto è che adesso tutto si complica perché c'è il quadro nazionale in preda al caos (specie nel Pdl).
BELLUNO
. Super fibrillazione in casa Pdl per le tre poltrone in gioco. Ecco le diverse partite.


La vicepresidenza del consiglio.
A contendersi l’incarico sono, da una parte la consigliera ex Forza Italia, Domenica Piol, e dall’altro l’ex An, Francesco Pingitore. Un posto che prima era di Lorenza De Kunovick in quota ex An. Quindi, l’incarico sarebbe dovuto andare al secondo candidato. Ma non è stato così. Quando la maggioranza si è espressa tra i due nomi, quello di Piol ha ricevuto un voto in più. «La vicepresidenza naturale sarebbe toccata a me», precisa Pingitore, in vacanza. «Cinque hanno votato me e sei la Piol. Ma io non sono andato alla riunione per votarmi, perchè credevo che il posto l’avrebbero dato a me. No, non ci sono rimasto male», precisa, «anche perchè qualche delega me la daranno pure, visto che sono il consigliere più votato».


Non la racconta così Domenica Piol, anche lei assente lunedì in consiglio. «Sono uscita vincitrice dall’elezione, ma sono venuta a sapere dopo che qualcuno del Pdl avrebbe voluto ricoprire la carica. L’avesse detto, non avrei avuto certo problemi a cedere il posto. Per questo, poi, ci sono state delle ripercussioni da parte del gruppo. Devo ammettere che sono stanca di giocare».


La presidenza del consiglio.
Tra le poltrone ambite c’è anche quella di presidente del consiglio, visto il cambio di casacca in itinere di Oresta Cugnach, passato dal Pdl alla Lega (anche se l’entrata ufficiale nel Carroccio gli è ancora negata). Un posto, quindi, che andrebbe agli ex forzisti. Ma non è così scontato. Nell’ultima riunione di maggioranza, infatti, sono stati fatti alcuni nomi di successori, tra cui quello di Marrone, che avrebbe rifiutato, per poi giungere alla candidatura di La Grua. La Grua che è stato anche votato dalla maggioranza dei presenti. Peccato, però, che alcuni consiglieri del Popolo della Libertà non abbiano partecipato al voto, facendo mancare così il numero legale (tanto per cambiare). La votazione è stata così annullata. A questo punto qualcuno invita il vicecoordinatore provinciale del Pdl, Michele Carbogno a sistemare la questione delle assenze.


Il rimpasto di giunta.
Alla fine, però, la partita vera si giocherà sulla riassegnazione dell’assessorato oggi in capo a Luciano Reolon, rimasto senza gruppo alle spalle. Da tempo la sua poltrona è in bilico e a farsi avanti nel Pdl, dopo il rifiuto alla presidenza del consiglio, è proprio Marrone. E proprio per rivendicare questo posto sarebbero nati i mal di pancia dei giorni scorsi, nella speranza che il malumore convinca Prade a prendere la decisione una volta per tutte.


Assenze, quindi, strategiche che denotano rivendicazioni di posti, come ha notato un consigliere navigato come Giovanni Fontana. «Ho una malinconia totale nel vedere che alcuni consiglieri hanno confuso il consiglio comunale con l’ufficio collocamento, questo non è in linea col mio pensiero. Va bene rivendicare, ma senza approfittare delle istituzioni», dice Fontana, che approva le parole dure del capogruppo del Pdl, Lorenzo Bortoluzzi. «Nella prima Repubblica nessuno si sarebbe permesso certi comportamenti: sarebbe stato espulso direttamente dal partito».
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