Pdl-Lega: è scontro sull’Autonomia
Bond: «Basta statuti speciali a Trento e Bolzano». Bottacin: «Mai pensato»
BELLUNO
. Pdl-Lega: scontro sull’Autonomia. Ha fatto rumore l’intervento del vice presidente della provincia Giovanni Piccoli (Pdl), pubblicato ieri dal Corriere delle Alpi, sull’indizione di un referendum nazionale per abolire le Regioni e le Province a statuto speciale. Nel mirino, in primis, i vicini Trentino e Alto Adige. Rumori non solo nel centrosinistra che risponde per le rime, ma anche nel centrodestra che con il consigliere regionale del Pdl Dario Bond aveva dato fuoco alle polveri nei giorni scorsi.
Perché Gianpaolo Bottacin (Lega), presidente della Provincia, la pensa ben diversamente dal suo vice Piccoli. «Mai sognato di pensare di proporre l’abolizione delle Province a statuto speciale tramite referendum». «I nostri vicini di Trento e Bolzano - prosegue - sono buoni esempi di autonomia applicata. Semmai, per via costituzionale, la strada è quella di allargare le specificità. Ciò che a me interessa è che la provincia di Belluno abbia maggiori competenze, e quindi risorse, non che vengano tolte ad altri. Quello che mi interessa è riequilibrare le differenze dando anche a noi l’autonomia».
Il che è ben diverso da quanto riferisce Bond (Pdl), per quanto sappia bene che la strada della “chiamata” popolare non sia possibile visto che Regioni e Province autonome sono tali per dettato costituzionale che non può essere soggetto a referendum abrogativo: «Certo che lo so - attacca Bond - La mia è una provocazione che però sto perseguendo per altre vie. Ho incaricato una task force di giuristi per trovare l’aggancio sul tema dell’equità. Visto che per la Costituzione siamo tutti sullo stesso piano, non capisco perché alcuni abbiamo dei privilegi e noi, che siamo un territorio omogeneo a Trentino e Alto Adige, ad esempio, non possiamo avere le stesse specificità. Se serve andremo avanti fino alla Corte europea».
Dichiarazioni che provocano un fuoco di fila nel centrosinistra. Sergio Reolon, ex presidente della Provincia, non usa mezzi termini: «E’ solo propaganda e demagogia. E anche un autogol visto che la provincia di Belluno è tra le poche che non si spopola e aumenta di popolazione. Semmai bisogna lottare perché si vada avanti con la costituzione delle province autonome dell’arco alpino come avevo proposto quando ero presidente e concordato con il governo Prodi attraverso una legge costituzionale. Discutendone anche con i sindaci del Bellunese. In definitiva, ci vuole una politica dell’arco alpino».
«Una boutade», così definisce la proposta di Piccoli e Bond il senatore Maurizio Fistarol. «Su questo tema - afferma - è vergognoso e scandaloso che il Veneto non abbia ancora approvato il suo Statuto con tutto ciò che contiene, compreso il riconoscimento della specificità della provincia di Belluno. Altro che referendum. Il punto è che anche a Roma, dove la sensibilità su questi temi è alta, serve un confronto serio sulle autonomie e le specialità. Che ci deve essere una proposta articolata come, ad esempio, quella presentata a suo tempo dal ministro Lanzillotta sotto il governo Prodi per il riconoscimento delle specificità delle province alpine di Belluno, Sondrio e Verbania. Può anche essere un altra ma il tema va affrontato a fondo. E i bellunesi dovrebbero esercitare una forte pressione su Roma perché qualcosa di serio si faccia. I fronti sono quindi due: Venezia e Roma».
Per Guido Trento, consigliere regionale bellunese del centrosinistra, «l’impostazione di Bond e Piccoli è pazzesca. E’ veramente una maniera stupida di affrontare il problema. Bisogna invece dare pari dignità a tutte le province di montagna fornendole di possibilità di autogoverno. E non parlo solo di Belluno, ma anche di Sondrio e Verbania. Chi, invece, fa certe proposte non sa proprio cosa voglia dire vivere in montagna. Non sa quanto costano, in più, i servizi. Provassero loro a venirci veramente a vivere».
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