Pedaggi sui passi: Bolzano va avantiDecise tariffe e modalità

E' scontro fra le due province. Bottacin: "Ne riparleremo"
BELLUNO.
Fermi sul no. Ancora una volta la Provincia autonoma di Bolzano decide da sola e si prepara ad una fuga in avanti. Il tema è quello del pedaggio sui passi dolomitici, ipotesi bocciata sia da Belluno che da Trento. Ma Bolzano insiste e, pur non avendo ancora fissato una data di partenza, ha preparato la tabella con le tariffe per i diversi mezzi. «Se gli altri non sono d’accordo, noi andiamo avanti lo stesso», minacciano gli altoatesini. La partita però rimane aperta, perché la Provincia di Belluno non intende cedere e venerdì il presidente Bottacin ne parlerà con Trento.

 In calendario, per discutere di diverse questioni, c’è un incontro con l’assessore alla viabilità della Provincia di Trento e Bottacin assicura che affronterà anche la questione pedaggi. Se ne era già parlato a settembre e già allora Bolzano aveva dimostrato una certa fermezza annunciando che, nonostante le titubanze dei vicini, la cosa sarebbe partita “subito”. Non è successo, ma nel frattempo gli altoatesini sono andati avanti, fissando le tariffe e stabilendo il periodo di validità del provvedimento: tra il primo giugno e fine settembre. Si è saputo ieri, quando l’assessore provinciale bolzanino Florian Mussner, ha risposto a un’interrogazione: «La situazione sulle strade dei passi non era più sostenibile per molte persone già prima della proclamazione delle Dolomiti patrimonio dell’umanità dell’Unesco». Bolzano, che ha competenza su quasi tutta la sua rete stradale, insiste sull’introduzione dei pedaggi per limitare il traffico in alta montagna, utilizzandone l’utile per il trasporto pubblico, la tutela dell’ambiente e la manutenzione delle strade di montagna. A passo del Rombo il pedaggio è realtà da qualche anno e produce un reddito annuo di 400 mila euro. In futuro si pagherà anche per il lato altoatesino di passo dello Stelvio, mentre nel pacchetto che interessa il passo Campolongo entreranno anche il Gardena il Sella.

 Sulla base di quanto si sa al momento, sembra che il pedaggio verrà applicato anche ai residenti e che gli introiti rimarranno tutti nelle casse di Bolzano. Il sistema ipotizzato è quello in uso in Austria e Slovenia: le “vignette” valide per tre o dieci giorni, oppure per tutta la stagione. Si va dai 5 euro per tre giorni applicati alle automobili, ai 125 per i pulman a stagione. Una pessima notizia per il turismo.

 Bottacin pensa che la decisione potrebbe danneggiare gli operatori bellunesi, visto che non esiste un collegamento diretto a nord e quindi i nostri turisti arrivano da sud, oppure dalle province confinanti, Bolzano per prima. «Ho fatto alcune verifiche con un legale», spiega il presidente della Provincia, «e credo che ci siano margini per bloccare la cosa, perché si pone contro a diverse norme, a partire dal codice della strada». Per quanta autonomia legislativa abbia Bolzano, pare che nemmeno la Provincia autonoma possa disporre di strade di collegamento interregionale. Il codice stradale impone comunque di motivare con precisione i provvedimenti che limitano la circolazione stradale e la riduzione dell’inquinamento non sarebbe provata. Gli stessi altoatesini hanno verificato che, in alcuni casi, chiedere il pedaggio su una strada ha attratto i turisti anziché scoraggiarli.

 Fino a qualche tempo fa lo pensava anche il presidente di Trento Dellai, che ha affermato: «Non è lo strumento adatto per ridurre il traffico e l’inquinamento». Venerdì si potrà capire se i trentini sono ancora nella stessa posizione d’intesa con Belluno.

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