Pedavena-Croce d’Aune: il Parco dice no. Gorza non molla: «Subito il ricorso al Tar»
Il presidente Vigne: «Spiace ma il regolamento è legge, lavoreremo per arrivare a una modifica del testo»
FELTRE. Il Parco tira dritto e dice no alla Pedavena - Croce d’Aune, lasciando aperta la porta ad una formula dimezzata con gara che termina a Pian d’Avena e il tratto fino a Passo Croce d’Aune per il “trasferimento” delle auto. Da parte sua il comitato degli Amici della Pedavena - Croce d’Aune ha già deciso: «Tentiamo la strada del ricorso al Tar», annuncia Lionello Gorza, «per ottenere una sospensiva che permetta la disputa della gara come da tradizione». L’alternativa di una gara dimezzata verrà valutata martedì dal consiglio direttivo, ma con la prospettiva certa è quella di un bagno di sangue a livello economico calcolato in almeno 50 mila euro per i minori introiti.
«Il testo del Regolamento approvato dalla Comunità del Parco è legge e l’articolo 29 è chiaro quando dice che è vietato lo svolgimento di manifestazioni o eventi sportivi motoristici di qualsiasi tipo e natura». Il presidente del Parco delle Dolomiti Bellunesi, Ennio Vigne, sceglie la sede di villa Binotto per la conferenza stampa che pone fine – almeno per ora – al tira e molla che ha tenuto sul filo del rasoio il comitato organizzatore e i tanti appassionati della manifestazione quest’anno giunta alla 39ª edizione.
«Spiace che il regolamento del Parco impedisca di correre la Pedavena - Croce d’Aune nella formula finora conosciuta», ha aggiunto Vigne, «tant’è che il direttivo ha votato ad ampia maggioranza un documento che apre l’iter per aggiornare il regolamento affinché in futuro la gara possa essere riproposta integralmente. Per adesso vale la legge e una forzatura della valutazione del dirigente responsabile della firma sarebbe un reato penale».
Si consuma così la decisione certamente sofferta da parte del direttivo, che ha respinto un secondo documento presentato dal consigliere Camillo De Pellegrin che richiamando l’articolo 18 del Regolamento e valutandolo preponderante sull’articolo 29 chiedeva di concedere il nullaosta alla disputa della storica gara di velocità in salita. Oltre a De Pellegrin, il documento ha raccolto il voto favorevole di Ennio De Simoi. Contrari gli altri cinque membri del direttivo. «La volontà politica che ci vede tutti a favore della gara», la chiosa del presidente Vigne, «va distinta dalla necessità del Parco, che è un ente pubblico, di rispettare la legge. Non possiamo fare passare nessun messaggio diverso da questo».
Vigne ha poi voluto chiarire un aspetto: «Non accetteremo che passi il messaggio che è stato il Parco a dire no alla gara. Tutti gli amministratori si devono prendere le loro responsabilità perché il regolamento non è stato un atto calato dall’alto, ma è stato condiviso dal territorio, inteso come i 15 Comuni nel parco e le 5 Unioni montane. La verità è che tutti hanno sottovalutato il contenuto del testo, o più semplicemente non hanno letto con attenzione le carte fino a quando il Comune di Pedavena, lo scorso novembre si è accorto della presenza del comma 3 dell’articolo 29».
Ormai, però, era tardi: «La prima bozza di regolamento è stata redatta nel 2009», dice ancora Vigne, «nel 2010 è stata sottoposta al vaglio di quindici assemblee pubbliche alla presenza di sindaci. Il documento è andato al Ministero che ci ha messo mano e nel 2013 il direttivo e la Comunità del Parco hanno adottato il regolamento. Poi il Ministero ha voluto rimetterci le mani e così si arriva a dicembre 2018 quando il Parco adotta il regolamento e da quel momento non può più entrare nel merito del testo. Il faldone viene rimandato al Ministero che emana il Decreto che viene pubblicato nella Gazzetta ufficiale fino a diventare norma di legge il 7 ottobre 2021».
Una trafila lunga dodici anni: «Non so quale “manina” abbia inserito questo comma nel regolamento», conclude Vigne, «ma l’unica strada da seguire è quella di modificare il testo ed è quello che faremo».
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