Pedavena e Birra delle Dolomiti, i due toponimi ceduti a Castello

Il Comune e l’azienda sottoscrivono l’importante convenzione. L’obiettivo è rafforzare la comunicazione dell’origine dei prodotti

Sco

Si rafforza sempre più il legame identitario tra Pedavena e la fabbrica di birra che porta il suo nome. Dietro al nome c’è un’identità e il Comune concede in esclusiva i toponimi “Pedavena” e “Birra delle Dolomiti” come indicazioni della provenienza della birra. L’amministrazione, consapevole del ruolo dell’azienda per la comunità, ha deciso di sottoscrivere una convenzione dopo aver avviato, nei mesi scorsi, un dialogo con Birra Castello.

La scelta dell’azienda nasce dalla volontà di rafforzare sempre di più la comunicazione dell’origine geografica dei propri prodotti, sottolineando ancora il forte legame che unisce la fabbrica al territorio di Pedavena, nell’anno in cui si festeggiano i 125 anni dalla sua fondazione. Una collaborazione per valorizzare e tutelare la storia della fabbrica-paese e una sinergia tra pubblico e privato a favore della comunità.

È questo il significato dell’accordo che stringe sempre di più il legame tra questi due soggetti e grazie all’impegno dell’azienda permette all’ente di avere a disposizione delle risorse importanti da investire nel trasporto pubblico ed il sociale, in una fase particolarmente delicata con gli aumenti di energia e costi che minano i servizi fondamentali.

«Il legame con questo territorio e con questa comunità non è solo un tratto identitario della nostra azienda, ma è un anche un elemento distintivo della nostra comunicazione», spiega l’amministratore delegato di Birra Castello Eliano Verardo. «A partire dal nome dei prodotti ci teniamo a raccontare chi siamo e da dove veniamo. Questo perché dietro ai prodotti di Fabbrica in Pedavena ci sono un pezzo di storia ed identità di questi territori che ci teniamo a valorizzare. E questa è anche la premessa che ha permesso la stipula di questa convenzione che, come avvenuto in passato, potrà dare risultati importanti e che dimostra anche la nostra attenzione per le esigenze della comunità a cui vogliamo contribuire».

Da parte sua, il sindaco Nicola Castellaz parla di una fabbrica che «ha raccontato e continua a raccontare una storia fatta di uomini e donne che con le loro mani si occupano non solo di riempimenti, travasi, svuotamenti o fermentazioni, ma anche di trasmettere le emozioni di un legame da difendere e rimarcare orgogliosamente. È su questo che si fonda la stipula di questa convenzione», spiega il sindaco Castellaz, «perché potenziando i servizi rivolti ai cittadini e l’aiuto verso le persone più fragili si migliora la qualità del vivere quotidiano, che diventa fondamento del grande patto sociale che preserva la coesione comunitaria».sco

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi