Pedavena: piscina in rosso, tariffe più care
Feltre e la Cmf non pagano più la quota, inevitabili gli aumenti
Rincari in vista alla piscina di Pedavena
PEDAVENA.
Duro colpo per la piscina: la Cmf dal 2010 non ha i soldi per coprire la propria quota per le spese di gestione (10.500 euro) e da quest'anno nemmeno Feltre paga più i suoi 4.500 euro. Resta solo la parte di Pedavena (4.066 euro). La conseguenza, inevitabile, è il rincaro delle tariffe.
Sembra inevitabile l'aumento di alcuni costi - in media del 3-4 per cento, da definire comunque in giunta - per garantire la continuità e qualità dei servizi dell'impianto comunale, ma di valenza comprensoriale (con il 50 per cento dei fruitori provenienti da Feltre) e affidato alla società Ondablu, a cui viene ora a mancare la maggior parte del canone annuo da 19 mila euro. Si cercherà però di salvaguardare le fasce sociali più deboli e i servizi di valenza sociale. È questo uno dei due atti d'indirizzo condivisi prima con l'associazione sportiva e poi approvati in consiglio, all'unanimità nella seduta di lunedì.
Con il secondo, viene estesa la durata di concessione all'Ondablu della struttura - dalla scadenza del 30 giugno 2015 si passa al 31 dicembre 2016 - in modo da consentire alla società «un adeguato periodo di ristrutturazione del piano economico-finanziario a seguito della drastica riduzione del contributo annuo nonché di ristoro dei periodi di chiusura impianto per lavori che si sono verificati in questi anni». In poche parole, l'associazione sportiva potrà ammortizzare la perdita di una grossa fetta del canone con la proroga di anno e mezzo di gestione.
«La piscina svolge un servizio comprensoriale con oltre il 70 per cento dell'utenza dai comuni limitrofi», sottolinea il sindaco Teresa De Bortoli. «Pedavena non può farsi carico dell'intero importo. Mi rammaricano le decisioni assunte dalla Comunità montana e da Feltre».
Il sostegno al documento arriva anche dalla minoranza: «Se vogliamo continuare a mantenere i servizi bisogna trovare il modo di condividere le spese di gestione con gli altri comuni», dice il consigliere Michele De Bacco. «Serve darsi una mano reciprocamente, perché i problemi cresceranno in previsione di manutenzioni future degli impianti».
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