Pedavena, sale la protesta contro i vigneti

Il comitato della frazione di Festisei scrive alla Regione e agli enti locali chiedendo controlli
PEDAVENA. C’è chi vorrebbe conferire alle colline di Conegliano e Valdobbiadene il titolo di Patrimonio dell’Unesco per la bellezza e la suggestione che le coste tessute dai vigneti offrono alla vista. Ma c’è anche chi, nella più umile frazione pedavenese di Festisei, non ci trova niente di affascinante, soltanto una noia continua e costante per la quiete quotidiana.


Tanto che qualche giorno fa il gruppo di cittadini infastiditi, che si fa chiamare proprio comitato “No vigneti”, ha inviato una lettera alle maggiori autorità competenti per quanto riguarda la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, per denunciare una situazione di disagio, oltre che esortare a fare gli opportuni controlli.


«Siamo un gruppo di cittadini preoccupati per quello che accade da un paio d’anni nelle vicinanze delle nostre abitazioni. Nel 2013 in località Festisei è stato realizzato un vigneto a coltivazione intensiva che ha modificato sostanzialmente la nostra vita. Quando le viti vengono trattate, normalmente una volta a settimana, siamo costretti a tenere le finestre chiuse per 48 ore, senza citare il fatto che è consigliabile coprire gli orti con teli di plastica per impedire alle sostanze utilizzate fitosanitarie di entrare in contatto con i nostri ortaggi. Vivevamo in un luogo dalle caratteristiche ambientali di pregio ed ora ci troviamo in un ambiente, visto le prescrizioni a cui siamo sottoposti, evidentemente contaminato», denunciano apertamente.


Aprendo una serie di interrogativi, retorici ma non troppo: «Cosa respiriamo durante i trattamenti? Cosa raccogliamo dai nostri orti o dai nostri alberi? Quanto è pericoloso per la nostra salute vivere nelle nostre abitazioni? È sorprendente e inaccettabile che la vita di qualsiasi cittadino sia stravolta da un insediamento. Non vorremmo essere costretti a divenire esperti legali o chimici per difendere la qualità della nostra vita. Le istituzioni non son in grado di rispondere alle nostre domande ai nostri dubbi alle nostre istanze. Non ci pare venga seguita una prassi corretta nella gestione del vigneto, il che ci danneggia ancor di più».


La missiva è stata inviata all’Arpav, all’assessore regionale all’ambiente e alla protezione civile, il bellunese Gianpaolo Bottacin, al consiglio direttivo dell’ente Parco nazionale Dolomiti bellunesi, al presidente dell’Unione montana Feltrina nonché sindaco di Sovramonte Federico Dalla Torre, nonché ai sindaci dei Comuni di Feltre (Paolo Perenzin) e Pedavena (Teresa De Bortoli).


Per invocare un’azione tempestiva, o se proprio non è fattibile, almeno una presa di posizione rispetto a un tema che sta diventando centrale e d’interesse per molte zone del Feltrino e di tutta la provincia.


Francesca Valente


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