Pedavena: ultimatum per gli abusi edilizi

Ci sono centinaia di capanni irregolari, il comune scrive ai cittadini
Un capanno in giardino Sono tanti i casi abusivi censiti dal comune di Pedavena
Un capanno in giardino Sono tanti i casi abusivi censiti dal comune di Pedavena
PEDAVENA. Il comune mette nel mirino la miriade di baracche, legnaie e casettine in legno più o meno regolari che molti hanno sistemato nel proprio giardino o appezzamento di terra. Se ne vedono a centinaia, che ieri non c'erano e oggi sì: i vigili controlleranno che non siano abusive. «E' stato riscontrato un proliferare di baracche su tutto il territorio», comunica l'amministrazione. «Si avvisa la popolazione che qualsiasi pertinenza o accessorio che modifichi lo stato dei luoghi in modo permanente (cioè per un periodo superiore a 9 mesi) si configura come nuova edificazione e deve essere autorizzata dal comune, a prescindere da: tipo di materiali (siano essi precari o no), utilizzo saltuario, stagionale o continuo, presenza o meno di fondamenta e ancoraggio al terreno». Senza voler penalizzare nessuno, soprattutto in un periodo di persistente difficoltà economica, il messaggio lanciato dall'esecutivo De Bortoli agli abitanti è di «rispettare le regole». C'è però la necessità di stoppare eventuali abusi e di fissare dei paletti a queste legnaie o strutture affini che si moltiplicano. Ecco perché «l'amministrazione provvederà ad effettuare controlli per verificare la legittimità delle costruzioni». Se ne occuperà la polizia locale. I casi sospetti sono numerosi - qualche centinaio un po' da tutte le parti - e l'avviso ai cittadini che hanno costruito un piccolo deposito per gli attrezzi, la legna, i mezzi agricoli, come ricovero per animali da cortile o con altra destinazione d'uso, è di regolarizzarsi. «Bisogna rispettare la normativa», ammonisce l'amministrazione. «Se c'è un abuso, deve essere soppresso per evitare la proliferazione delle baracche che non hanno i requisiti per essere erette e rappresentano un segnale negativo anche nell'ottica dell'accoglienza turistica». Una brutta abitudine in crescita che sta deturpando il paesaggio e va eliminata: «Si invita quindi ad avviare la procedura per legalizzare l'immobile». Per ogni unità abitativa è ammessa la realizzazione di un unico volume accessorio da 30 metri quadrati al massimo, isolato o addossato alla casa. Attenzione particolare, insomma, sulla realizzazione di manufatti "fantasma" che se da un lato rispondono alle esigenze di spazi dove tenere gli attrezzi, dall'altro non possono degenerare in abusi.

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