Pedonate, l’obbligo dei certificati rischia di rovinare il giocattolo

Classifiche “ridotte” e riservate soltanto agli atleti che sono in regola con la documentazione medica
gian paolo perona- perona- belluno- pedonata castoi
gian paolo perona- perona- belluno- pedonata castoi

BELLUNO. Ottocento partecipanti e appena 125 classificati. A leggere le graduatorie della “Corri a Castoi” verrebbe da chiedersi se tutti gli altri concorrenti siano stati dispersi lungo il percorso. E invece no, non c'è nessuna irregolarità o sparizione di massa. La novità sta nel fatto che, dallo scorso anno, chiunque partecipi a una manifestazione sportiva senza il certificato medico per l'attività sportiva non agonistica, non può essere classificato nella graduatoria finale. Una novità che agli organizzatori delle varie manifestazioni podistiche non piace proprio.

Tutto è partito dal decreto Balduzzi del 2013, di fatto quello che ha messo i primi paletti per la dispute di queste attività sportive. Da quel giorno, non è più possibile fare nessuna manifestazione senza l'ambulanza con all'interno un defibrillatore. A complicare un po' le cose ci ha pensato il decreto Lorenzin del 2014, che lo ha integrato appunto con la novità del certificato medico obbligatorio per gli under 65. I più grandi, invece, devono passare direttamente al certificato medico sportivo. Qui però iniziano le contraddizioni. La legge definisce come “attività sportiva non agonistica” tutte quelle organizzate dal Coni o dalle società ad esso affiliate. Per le altre, non c'è nessuna regolamentazione in merito. Per fare un esempio, in provincia devono sottostare alla normativa la corsa dei Babbi Natale di Pedavena, la Corri Castoi e altre. Non vale, invece, sempre per fare un esempio, per la Corri papà di Ponte, in quanto organizzata dal Comitato genitori.

Una situazione particolare che i vari organizzatori non esistano a definire “iperprotettiva”. Due sono i punti che più non convincono. Innanzitutto, a differenza di quello che si può pensare, la partecipazione fuori classifica di chi non ha il certificato medico non esonera alcuna responsabilità agli organizzatori, che quindi sono comunque responsabili se accade qualcosa di spiacevole. La seconda perplessità è più di carattere sportivo. I molti bambini che prendono parte a queste manifestazioni non hanno questo certificato perché i genitori possono non voler fare tutta la trafila per una piccola corsa una volta all'anno. Avere però bambini che tornavano a casa con qualche premio era un incentivo affinché continuassero a fare sport.

Va tenuto presente che i casi di decessi durante queste gare sono stati due nel territorio, tra l'altro parecchi anni fa ed entrambi i soggetti erano in possesso del certificato medico sportivo. Insomma, c'è la paura che la prevenzione diventi fin troppo pressante e alla fine comporti solo una sempre più marcata disaffezione anche nei confronti di attività che spesso non hanno il solo scopo agonistico.

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