Pensionati, scatta una dura protesta contro il governo
BELLUNO. Perequazione delle pensioni, blocco del coefficiente di rendimento, blocco dell’equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne e garanzie ai giovani per una pensione dignitosa. I...
Pensionati in attesa presso un ufficio INPS di Napoli in una immagine di archivio ANSA/CIRO FUSCO
BELLUNO. Perequazione delle pensioni, blocco del coefficiente di rendimento, blocco dell’equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne e garanzie ai giovani per una pensione dignitosa. I pensionati dello Spi Cgil, ieri in piazza dei Martiri a Belluno, non intendono avvalorare il documento economico finanziario del governo che «non tiene conto delle cose che avevamo chiesto a Roma di tenere presente. Venderemo cara la pelle, non intendiamo sottostare supinamente ad un bilancio che va ancora una volta contro i pensionati», precisa Renato Bressan, segretario dello Spi Cgil.
Il nodo della questione sta tutto nel fatto che «avevamo chiesto al governo di adeguare l’indennità di pensione all’inflazione, di bloccare l’equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne. Su questo punto», precisa Bressan, «avevamo portato al tavolo della contrattazione con il governo la necessità di far andare le donne prima in pensione, proprio in virtù dell’attività di cura che esse svolgono costantemente nella loro vita a favore dei loro familiari siano essi figli o genitori malati. Ma su questo, da Roma non c’è stata alcuna risposta anzi: non è stato tenuto per nulla conto di questo».
«Come non è stata tenuta in debita attenzione la possibilità di aumentare i cosiddetti coefficienti di rendimento, in base ai quali chi ha lavorato oltre 40 anni e va in pensione a 67 anni, si troverà con una pensione più bassa rispetto a chi ha lavorato qualche anno di meno ed è più giovane. Questo sistema è destinato a creare una disparità sociale di non poco conto», precisa anche Mauro De Carli della Camera del lavoro.
«Ed è per questo che per le prossime due settimane si svolgeranno le assemblee con i lavoratori e partirà la campagna di informazione per chiedere allo Stato di migliorare le condizioni di tassazione della pensione complementare tornando ad una tassazione agevolata».
Trascorse le due settimane, «stiamo organizzando una mobilitazione generale per dire “no” a quello che ha deciso il governo di Roma su questo fronte. Non staremo a guardare la nostra rovina, dobbiamo muoverci subito», conclude Bressan.
(p.d.a.)
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