Pensione ridotta a 20mila bellunesi
Allarme dello Spi Cgil: «Il più colpito chi percepisce 1100 euro al mese»
Un pensionato in coda all’Inps
BELLUNO. Saranno oltre ventimila i bellunesi che da gennaio 2011 vedranno diminuire sensibilmente la loro pensione. Questo in virtù del mancato rifinanziamento dell'accordo stipulato nel 2007 dal governo Prodi con le parti sociali e che permetteva una rivaluzione, in base all'indice Istat, delle pensioni sopra i 1300 euro lordi. A lanciare l'allarme è lo Spi Cgil, il sindacato dei pensionati della Camera del Lavoro: «In questo modo si andrà ad aumentare il numero degli anziani che vivono con pensioni basse, che sono già i più numerosi di tutto il Veneto in questa nostra provincia». «Dopo che si è infierito sui lavoratori a causa della crisi che ha portato alla perdita del lavoro, e quindi alla conseguente richiesta di aiuto ai propri genitori spesso pensionati, adesso si vuole andare a colpire proprio chi per ora se la cavava abbastanza bene, rendendo così sempre più poveri i nostri anziani in provincia», dice Ludovico Bellini, segretario Spi Cgil. «Con questa manovra dell'attuale governo, quindi», continua Bellini, «si contribuirà a far perdere alle pensioni il loro potere d'acquisto. Si pensi soltanto che in 20 anni, le pensioni hanno perso circa il 30% del potere di acquisto, perchè non c'è stato alcun adeguamento significativo al costo della vita». Oltre 5 milioni di italiani si ritroveranno con una pensione ridotta, cioè coloro che percepiscono un mensile di circa 1.100 euro netti, compresa eventualmente la seconda pensione». Il meccanismo messo in piedi dal governo Prodi e sottoscritto allora da Cgil, Cisl e Uil, introduceva una sorta di "bonus" che prevedeva, oltre all'aumento delle pensioni fino a 800 euro al mese grazie alla 14ª mensilità, l'adeguamento annuale all'andamento dei prezzi. Adeguamento che era potenziato nei tre anni seguenti: dal 2008 al 2010 anche i pensionati, cioè, che prima ricevevano solo una parte dell'adeguamento al costo della vita hanno beneficiato della copertura totale dall'inflazione. «Praticamente percepivano fino a cinque volte la somma calcolata sulla pensione minima». Ora, invece l'adeguamento all'inflazione sarà del 100% per le pensioni fino ai 1.382 euro lordi mensili, del 90% fino a 2.304 euro e del 75% sulla quota mensile eccedente. «Se in provincia i pensionati in generale, compresi anche quelli con pensione di vecchiaia o di reversibilità, sono circa 77mila», precisano gli uffici dello Spi Cgil, «si potrà a ben ragione considerare che ad essere interessati da questo mancato rifinanziamento dell'intesa sarà circa il 35-40%, vale a dire oltre ventimila persone. Queste andranno ad aggiungersi al già alto numero di bellunesi che oggi vivono con una pensione minima. Questi ultimi, si troveranno, a loro volta, dal gennaio prossimo, un aumento rispetto ai 460 euro del 2010, di 3 euro. Abbassando le pensioni medio-basse, si mira ad omogeneizzare al basso la stragrande maggioranza dei pensionati».
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