Pensioni in calo ma aumenta il loro importo

Secondo i dati Inps elaborati dallo Spi Cgil la provincia di Belluno è la seconda più povera del Veneto

BELLUNO. Diminuisce il numero di pensioni, aumenta, anche se di poco, l’importo medio dell’assegno, che rimane sempre molto basso. Gli ultimi dati dell’Inps per quanto riguarda i dipendenti privati (esclusi dunque i dipendenti pubblici ex Indap e anche quelli dello spettacolo, ex Enpals) dimostrano che nel Bellunese l’articolato mondo della previdenza riserva di anno in anno importanti cambiamenti.

Assegno pensionistico. Nel 2017 (primo trimestre) in provincia l’importo lordo medio mensile è di 843,22 euro, una cifra ancora molto bassa, che piazza il Bellunese al secondo posto fra le province più povere del Veneto, anche se migliore rispetto agli 827,37 euro dell’anno prima (più 15,85 euro). Sempre emblematica si conferma la differenza fra uomini e donne, con i primi che guadagnano in media 1.172,67 euro al mese, circa il doppio dei 619,26 euro delle donne. Per quanto riguarda la tipologia di pensione, quella di vecchiaia è la più consistente a livello economico (1.045 euro), mentre l’invalidità civile ha l’assegno più basso (in media 435,98 euro). Emerge, inoltre, come anche a inizio 2017 sia diminuito il numero delle pensioni, per effetto della legge Fornero.

Le pensioni. Secondo gli ultimi numeri forniti dall’ente nel Bellunese ci sono 69.456 pensioni, in media 1,4 per ogni pensionato. A farla da padrone sono gli assegni di vecchiaia (42.054) seguiti da quelli di reversibilità (16.176). Rispetto a inizio 2016, sono “sparite” 1.087 pensioni. In tale contesto, si registra una diminuzione in quasi tutte le tipologie di assegni previdenziali, tranne per quanto concerne l’invalidità civile.

«I dati sulla povertà dei nostri pensionati restano ancora molto preoccupanti», commenta Renato Bressan segretario dello Spi Cgil di Belluno. «In più continua a essere evidente l’insopportabile diseguaglianza fra gli assegni pensionistici degli uomini e quelli delle donne, che in media sono la metà a livello di importo. Questo argomento diventa prioritario nel confronto con il governo sulla previdenza. Noi da sempre chiediamo il riconoscimento del lavoro di cura».

Il leggero aumento dell’importo dell’assegno previdenziale, invece, «è conseguenza del pensionamento di molte donne e uomini entrati nel mondo del lavoro a fine anni 70», dice Rita Turati, segretaria veneta dello Spi. A luglio verrà allargata la platea dei pensionati beneficiari della quattordicesima mensilità: «Un risultato ottenuto lo scorso autunno al tavolo con il governo. Ma sono ancora tante le battaglie da affrontare per superare le diseguaglianze e per dare alle persone anziane un po’ di tranquillità economica».

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