Pensioni, in provincia 7 assegni su 10 inferiori a 800 euro

Gli anziani bellunesi sono tra i più poveri in Veneto: 150 iscritti Spi e Cgil sono andati a Torino
BELLUNO. Nel Bellunese circa 7 assegni pensionistici su 10 sono inferiori agli 800 euro netti al mese. Gli anziani bellunesi vivono difficoltà quotidiane che non possono essere ignorate e sono i più poveri dopo i rodigini. A dirlo sono i dati elaborati dallo Spi Cgil, i cui iscritti insieme a quelli della Camera del lavoro, sono andati sabato a Torino a manifestare contro una riforma delle pensioni che rischia di penalizzare non solo i pensionati, ma anche i giovani. Dal Bellunese sono partiti in 150, per quella che il segretario Mauro De Carli ha definito «solo la prima azione di una serie per rivendicare i diritti dei pensionati ma anche dei giovani. Speriamo che anche gli altri sindacati ci seguano».


In provincia su 68.375 pensioni “private” (esclusi quindi i dipendenti pubblici) erogate nel 2016, il 58,2% è inferiore ai 750 euro lordi e un altro 9,9% è compreso fra i 750 e i 1000 euro lordi mensili. I pensionati, dunque, faticano ad arrivare a fine mese eppure cercano lo stesso di dare una mano ai propri figli e nipoti, con sacrifici enormi. Un compito non facile, considerando che in provincia di Belluno l'assegno previdenziale medio è di 862 euro lordi, inferiore alla media veneta che è invece di 904,64 euro e il secondo più basso di tutta la regione dopo Rovigo. Se poi si guarda alle pensionate, la situazione è a dir poco drammatica visto che i loro assegni sono di poco superiori ai 631 euro mensili, contro i circa 1.196 euro dei maschi. Un gap enorme (-47,2%) che rende le nonne ancora più vulnerabili e indifese.


«Non è accettabile», afferma Renato Bressan segretario generale dello Spi Cgil di Belluno, «che il risanamento economico del Paese venga fatto pagare ai pensionati che hanno già dato tanto».


Ecco dunque che il sindacato dei pensionati rilancia il tema della «solidarietà fra generazioni», come spiega la stessa segretaria generale dello Spi Cgil del Veneto, Elena Di Gregorio. «Un paese che costringe gli anziani a restare al lavoro e non consente ai giovani di lavorare, è un paese che non ha futuro. Per questo continueremo la nostra battaglia per modificare profondamente il sistema pensionistico per renderlo più giusto e solidale».
(p.d.a.)


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