Pensioni precoci, revisione dell’Inps

Nardini (Fillea): «Per gli edili non c’è continuità occupazionale, sono penalizzati»
BELLUNO. Se l’Inps ha annunciato l’intenzione di rivedere le domande rigettate per l’Ape sociale o per il pensionamento precoce dovuto ai lavoratori con impieghi usuranti, Marco Nardini, segretario della Fillea Cgil si dice pronto a scendere in piazza contro la riforma delle pensioni. L’Istituto di previdenza, infatti, ha annunciato l’intenzione di rivedere le domande per l’Ape sociale e anche quelle dei precoci rigettate. «Alla luce delle nuove interpretazioni condivise con il Ministero del Lavoro, l’Inps sta provvedendo al riesame d’ufficio di circa 15 mila domande a livello nazionale, cui si aggiunge la stima di circa 8.800 riesami su istanza degli utenti. L’esatto numero delle domande di certificazione accolte potrà quindi essere reso disponibile solo dopo i riesami attualmente in corso sia all’Inps, sia al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e le altre Amministrazioni aderenti al protocollo, per quanto attiene, in questo secondo caso, ai lavoratori addetti a mansioni gravose o pericolose, che costituiscono circa il 50% delle domande di riesame», dicono dall’Inps.


In provincia di Belluno, infatti, su poco meno di un migliaio di domande presentate, ne sono state bocciate l’80%. E per questo i sindacati avevano protestato sotto la sede dell’istituto di previdenza qualche giorno fa.


Ma il segretario della Fillea, Nardini non ci sta e invoca lo sciopero generale per mettere la parola fine «ad un sistema che penalizza fortemente i lavoratori edili che necessariamente, nella provincia di Belluno, trascorrono molti dei mesi invernali in cassa integrazione: in questo modo non potranno mai avere una continuità lavorativa come richiesto dall’Inps. E se questo vale per gli edili, dovrebbe valere anche per altri settori dove chiunque può avere una discontinuità lavorativa: basta un infortunio, una malattia, un congedo parentale». A questo punto per il segretario della Fillea, «pochissimi edili possono vantare una continuità di impiego», ribatte Nardini, «e questo non può essere un discrimine per non ottenere la pensione precoce, visto che comunque questa attività è usurante. Se non si risolve questa situazione delle pensioni al più presto, credo che sia arrivato il momento di andare allo sciopero generale. Servono soldi per i lavoratori, e non per le banche e le imprese».


Su questo punto si associa anche i sindacati dei metalmeccanici della Fiom e della Uilm che, di fronte alla nuova legge di stabilità «che non prevede soldi per i lavoratori», chiedono di avviare una mobilitazione generale nazionale per ritornare credibili agli occhi dei lavoratori.
(p.d.a.)


Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi