Per gli autovelox basta l’approvazione, ma i sindaci bellunesi non si fidano: «Restano spenti»

I primi cittadini bellunesi scettici sulla circolare emanata dal Viminale: «Una pezza, non va a risolvere la questione»

Gigi Sosso
Un’auto che sfreccia davanti a un autovelox fisso
Un’auto che sfreccia davanti a un autovelox fisso

Il Viminale contro la Cassazione sugli autovelox. C’è una circolare del Dipartimento per l’amministrazione generale del ministero dell’Interno, che spiega ai prefetti e, di straforo ai sindaci, come comportarsi di fronte ai ricorsi degli automobilisti con il piede pesante.

Per l’Avvocatura dello Stato, è sufficiente che il misuratore di velocità sia approvato, non è necessario che sia anche omologato, come prevede l’ordinanza della suprema corte 1.505 del 2024 sulla violazione dell’articolo 142 del Codice della Strada e preventiva omologazione delle apparecchiature di rilevamento della velocità.

Sostiene l’avvocatura «la piena omogeneneità tra le due procedure, di omologazione e approvazione, sostanziando la prospettazione con elementi, in particolare documentali, che non sono stati esaminati dalla Corte, in quanto non depositati nei relativi giudizi».

In generale, i primi cittadini non si fidano. Il più critico è Camillo De Pellegrin, al quale a freddo scappa un’esclamazione fantozziana, come quella sulla corazzata. Poi precisa: « Il ministero, tra l’altro con un trascurabile ritardo di soli otto mesi dalla prima sentenza di Cassazione, emana una curiosa circolare in cui dà atto di un parere dell’Avvocatura. Forse non stiamo capendo noi amministratori.

La Cassazione ha più volte espresso l’orientamento per cui l’utilizzo di strumenti solo approvati, ma non omologati è illegittimo, annullando i relativi verbali. Di conseguenza i giudici di Pace si sono per lo più adeguati a questo orientamento. I Comuni, vista l’incertezza normativa, hanno quindi sospeso l’utilizzo degli strumenti.

Con la legge 177/2024 di modifica al Codice della Strada lo Stato poteva, con l’inserimento al comma 6 dell’articolo 142 del solo vocabolo “approvazione”, risolvere la questione. Cosa che non è stata fatta volutamente. E ora il ministero cosa fa? Anziché risolvere la questione, invia un modello di memoria difensiva affinché gli enti che ricevono un ricorso utilizzino in modo uniforme le tesi difensive dell’Avvocatura, addirittura per proporre ricorso in Cassazione? Ma a che gioco giochiamo? La mano destra non sa quello che fa la sinistra? Nel frattempo ne fa le spese la sicurezza, vista l’impossibilità, almeno teorica, di utilizzare qualsiasi tipo di strumento e si ignora il fatto che i cittadini che ricevono i verbali devono agire in giudizio, pagando le spese, per farsi annullare verbali illegittimi».

A Belluno, il velox di Levego è stato rimosso: «Premesso che ne facciamo una questione di sicurezza, ce l’avevano fatto spegnere, perché non era omologato, senza considerare che dobbiamo anche fare un bilancio», protesta l’assessore Paolo Gamba, «non c’è dubbio che ci siano state ricadute negative dal punto di vista economico, oltre tutto su una strada in cui si tende a correre. Ci stanno mettendo una pezza, ma abbiamo sbagliato noi a spegnerlo? A parte che adesso non c’è nemmeno più».

I dispositivi rimarranno spenti fino a quando non ci sarà la necessaria chiarezza, questo è sicuro: «Non mi muovo», garantisce Ivano Faoro, «il velox è inattivo e rimane tale, del resto noi ne abbiamo soltanto uno. Credo che anche i miei colleghi si comporteranno nella stessa maniera, non penso che abbiano alcuna voglia di rischiare».

Prudenti anche Bruno Zanolla di Setteville e Roberto Padrin di Longarone: «Siamo a posto», annuncia Zanolla, «leggeremo le carte e vedremo come comportarci. Non le ho ancora consultate e mi riservo di farlo, prima di dialogare con il prefetto Antonello Roccoberton. Solo allora faremo tutte le necessarie valutazioni. Aspettiamo». «Non è per niente chiaro quello che ci viene a dire il ministero e allora bisognerà per forza fare un approfondimento», avverte Padrin, «nel frattempo, non cambia niente».

Possibilista, infine, Michele Talo da Limana: «Potrebbe anche essere un discorso interessante per la nostra amministrazione comunale. Da noi ce n’è soltanto uno, sulla provinciale 1 della Sinistra Piave e direi che ha funzionato, perché il limite è di 90 chilometri orari e gli automobilisti rallentano, tanto è vero che gli incidenti sono diminuiti. Vedremo cosa succederà nelle prossime settimane. Attendiamo istruzioni».

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