Per i 93 esuberi all’Acc di Mel ancora lontana la soluzione

L’azienda non vuole più la cassa, i sindacati non vogliono i licenziamenti  Le parti sociali sono pronte a scioperare, il sindaco si appella al territorio

mel

Nessun passo in avanti dopo l’incontro tra i sindacati di categoria di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil e i vertici aziendali dell’Acc Wanbao di Mel. E le parti sociali si dicono pronte, qualora la società non faccia un passo indietro, anche a scioperare pur di salvare i 93 posti di lavoro. L’unica speranza, a questo punto, è che l’appello del sindaco di Mel, Stefano Cesa in qualità di presidente del Consiglio di sorveglianza socio-istituzionale dell’Acc, e rivolto alle imprese, venga accolto e qualcuno decida di aprire le proprie porte a chi perderà l’impiego.



Il piano industriale quinquennale di Wanbao prevede 120 esuberi entro il 30 settembre, quando scadrà la cassa straordinaria chiesta un anno fa. Dei 120 lavoratori, da maggio ad oggi già una trentina se ne sono andati agganciando la pensione grazie all’incentivo monetario (dai 15 mila ai 13 mila euro) garantito dall’azienda. Ne resterebbero ancora 93.



I sindacati dicono «no agli esuberi», tanto che hanno pensato di ridurre il lavoro per tutti per far lavorare tutti, tramite la riduzione da 40 a 30 ore settimanali.

Questo però porterebbe a ridurre notevolmente gli esuberi, ma non a eliminarli. Resterebbero infatti 30 lavoratori ancora a rischio. L’azienda, dal canto suo, non è intenzionata a chiedere altri ammortizzatori sociali, ma vuole dopo tre anni e mezzo dalla sua entrata, procedere con le proprie gambe.

Attualmente però il mercato non è dei migliori: previsti nei prossimi anni la produzione di 2,2 milioni di pezzi, numero che ha portato alla scelta del licenziamento.

I sindacati si trovano così con la patata bollente tra le mani, visto che dovranno gestire, se lo vorranno, i contratti con la riduzione di orario e quindi di stipendio.



«Non staremo fermi ad aspettare i licenziamenti», dicono Luciano Zaurito e Massimo Busetti, rispettivamente segretario e rsu della Uilm, insieme ai colleghi di Fiom e Fim. «Ieri abbiamo rappresentato questa situazione ai lavoratori. E siamo pronti a scendere in piazza per contrastare i licenziamenti che si preparano da qui a settembre. Chiediamo che tutti vadano a 30 ore, e non solo qualcuno come vorrebbe l’azienda. Ma soprattutto vorremo che non ci fossero esuberi».

Si attendono novità l’11 luglio quando ci sarà un nuovo incontro con l’azienda, seguito da quello del 16 del Consiglio di sorveglianza. Mentre il 18, se non succederà nulla, partirà la procedura per i licenziamenti collettivi.

Intanto il sindaco di Mel ha inviato un accorato appello alle imprese e agli imprenditori bellunesi perché «possano restituire quel favore ricevuto ai tempi d’oro dell’ex Zanussi Elettromeccanica che, in momenti di difficoltà del territorio, non ha esitato ad aprire le sue porte agli esclusi. Gli imprenditori dimostrino ancora solidità imprenditoriale e grande responsabilità comunitaria. Ci sono anche degli incentivi per chi assume questi lavoratori, oltre al fatto che la Regione farà di tutto per implementare le azioni per salvaguardare le competenze dei lavoratori. —



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi