Per i cinquantenni, ritorna lo screening cardiovascolare
BELLUNO. Anche lo screening cardiovascolare, avviato dall’Usl 1 qualche anno fa e ora, con la disponibilità di finanziamenti, in ripresa, si innesta nel programma che mira a incentivare il movimento o comunque uno stile di vita corretto: a partire dall’alimentazione e dall’attività fisica.
«Il progetto», spiega il direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Usl 1, Fabio Soppelsa, «era partito nel 2012 ed era rivolto ai bellunesi di età compresa tra i 50 e i 59 anni. Queste persone ricevevano una lettera a casa in cui venivano invitati a presentarsi al dipartimento dove venivano sottoposti ad unaquestionari sulle loro abitudini di vita e venivano sottoposti ad alcuni accertamenti clinici: dallo stick colesterolo e glicemia, alla misurazione del peso, altezza, circonferenza addominale. Se la persona era in sovrappeso veniva inviata dal nutrizionista oppure invitata a iscriversi in qualche palestra per avviarlo all’attività fisica. Se invece aveva problemi più gravi veniva preso in carico dal sistema sanitario. Oppure se era un fumatore veniva inviato ai centri appositi o al Serd». All’epoca l’adesione a questa campagna contro le patologie cardiovascolari era stata del 50%.
Ma ora, trovate nuove risorse, il programma è ripartito, ma questa volta è riservato soltanto a chi ha 50 anni esatti. «Ad oggi il sistema ha un buon riscontro», prosegue Soppelsa, «abbiamo avuto un’adesione del 61% su Belluno e del 57% su Agordo. Abbiamo invitato per tutto il nostro territorio 550 persone. Si tratta di uno sforzo non indifferente per i nostri operatori che sono a disposizione anche nella giornata del sabato per venire incontro alle esigenze di orari. Dobbiamo incentivare la popolazione a seguire uno stile di vita regolare», ribadisce il direttore del Dipartimento, così da ricorrere meno alle cure della sanità.
Ma per avere una vecchiaia in salute, è necessario iniziare a sensibilizzare le persone fin dalla tenera età.
«Per questo incentiviamo vari progetti nelle scuole abituando i bambini a camminare, a muoversi», ricorda Soppelsa. «Abbiamo avviato il pedibus in diversi comuni, Agordino, Alpago, Feltrino, Belluno e devo ammettere che è stato ben accolto anche dai genitori e dai dirigenti scolastici. Noi entriamo con questi programmi fin dalle scuole materne, e poi si prosegue con progetti che si adattano anche all’età dei ragazzi, fino alle superiori. A questo aggiungiamo anche l’educazione contro il fumo e l’abuso di alcol. La speranza è che i ragazzi possano imparare a stare il meno possibile davanti alla televisione o al computer, prediligendo lo stare all’aria aperta e il fare attività fisica». (p.d.a.)
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