Per i codici bianchi pronto soccorso anche nei reparti
BELLUNO. Il pronto soccorso si moltiplica. Sono queste le indicazioni che arrivano direttamente dall’Azienda zero per gestire i codici bianchi, cioè quei pazienti che si rivolgono all’unica struttura che di fatto è in grado di dare una risposta efficace ai loro bisogni sanitari. Non si tratta quindi codici davvero inappropriati ma intasano il pronto soccorso. Lo scopo è quello di creare dei percorsi brevi con accesso quasi diretto ai reparti specialistici.
L’indicazione è quella di sviluppare anche in altri reparti quello che già succede per le emergenze ginecologiche e pediatriche: per pazienti minorenni o per donne incinte, oggi, dopo l’accesso al Pronto soccorso dell’ospedale, si attivano, una volta eseguito il triage, dei percorsi ad hoc che inviano la persona al reparto dove è stato attivato da tempo un servizio di urgenza specialistico.
«Secondo le indicazioni dell’Azienda zero», precisa Luca Barutta, referente provinciale del sindacato medico Anaao Assomed, «si prevedono non solo un ambulatorio dei codici bianchi direttamente al Pronto soccorso, ma anche dei percorsi brevi che portano pazienti con particolari patologie direttamente nei reparti, dove dovrebbero essere istituiti dei servizi di pronto soccorso specifici».
La proposta, su cui sta operando un tavolo di lavoro costituito dai direttori dei reparti dell’emergenza delle sette province venete, dovrebbe definire entro il 15 giugno i criteri e i piani da attuare, partendo dalle proposte del nuovo organo di coordinamento regionale. «Oltre al pronto soccorso ginecologico e pediatrico, attualmente attivi», precisa Barutta, «si dovrebbe istituire un pronto soccorso psichiatrico, oculistico, otorinolaringoiatrico, tutti dedicati. Tutto questo, però, da quanto si sa, con il personale attuale. Cioè nell’intento dell’Azienda zero, questi nuovi servizi non avranno un ulteriore supporto di personale medico».
Anche per i pazienti anziani con codice verde e bianco, che attualmente rappresentano il 20% degli accessi totali quotidiani al Pronto soccorso, si prevedono percorsi particolari. «Il primo passaggio», precisa il sindacalista, «sarà quello dell’identificazione al triage del paziente anziano fragile, identificazione eseguita con domande ad hoc e criteri per definire le patologie. Una volta assegnato il codice, il paziente o attenderà al Pronto soccorso, o sarà inviato in Geriatria, oppure il geriatra sarà chiamato in Pronto soccorso, entro trenta minuti. Inoltre il geriatra dovrà fare non solo la consulenza specialistica, ma anche una valutazione dei bisogni socio-sanitari con segnalazione alla centrale operativa territoriale per attivare il percorso di dimissione protetta. È prevista anche l’attivazione dell’osservazione breve intensiva (obi) geriatrica all’interno del reparto stesso e la chiusura della pratica direttamente da parte del medico specialista. Si può pensare anche ad un accesso diretto dal Pronto soccorso agli ospedali di comunità». Ospedali di comunità che ancora non sono attivati sul territorio ad eccezione di Auronzo e Alano. Questa circostanza sta creando non pochi disagi ai medici che spesso devono fare i conti con una lista di attesa per le due strutture, costringendo il paziente a rimanere impropriamente ricoverato in reparto in attesa che si liberi un posto.
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