Per il 2017 all'Usl Dolomiti mancano 33 milioni di euro
BELLUNO. Ammonta a più di 33 milioni di euro il deficit previsionale dell’Usl 1 Dolomiti per il 2017. A rischio i servizi essenziali e gli investimenti fondamentali per rinnovare l’attrezzatura in dotazione.
Il dato allarmante è stato messo nero su bianco dal direttore generale Adriano Rasi Caldogno nel documento di programmazione economica-finanziaria per l’anno in corso. Si tratta di un “buco” che supera di gran lunga quelli degli ultimi anni che arrivavano a circa 20 milioni. Cifra che nel tempo le precedenti dirigenze avevano cercato di ridurre, anche su indicazione della Regione, fino ad arrivare ai 9.529.524 euro di perdita con cui si è chiuso l’anno scorso. Un risultato che l’attuale direttore generale aveva salutato con entusiasmo perché, per la prima volta, si era riusciti a portare il deficit all’interno dei parametri fissati dalla giunta Zaia. Deficit che poi, comunque, dovrebbe essere ripianato dall’apposito fondo veneto.
Ma ora la situazione è precipitata. Quei 33.111.941,48 euro preoccupano non poco, come lo stesso Rasi Caldogno evidenzia nella sua relazione di spiegazione dei maggiori costi.
Ad aver influito su questo risultato è stata anche la fusione delle due Usl quella di Belluno e di Feltre come dice il dg: «La programmazione operativa per il 2017 risente necessariamente dell’importante fase di riorganizzazione del servizio socio sanitario regionale imposto dalla legge 19». I costi, inoltre, ottemperano alla necessità di operare un “ricambio” del personale medico e infermieristico per i molti pensionamenti degli ultimi anni (si parla di 100 assunzioni entro l’anno), ma anche di cambiare gran parte delle apparecchiature (dalla Tac alle risonanze) per rendere il servizio all’altezza di strutture accreditate e di eccellenza, come dovrebbero essere quelle bellunesi.
«La perdita di oltre 33 milioni», dice Rasi Caldogno, «è essenzialmente dovuta alla differenza delle voci delle entrate inserite come prescrive la Regione, all’aumento della spesa farmaceutica ospedaliera, compresi i farmaci oncologici (454.531.411 €), di quelli per la cura dell’epatite C e per le malattie rare, della spesa per i dispositivi medici tra cui quelli per la centrale di sterilizzazione dell’ospedale di Belluno che dovrà supportare anche gli ospedali di Agordo e Pieve; per il riscaldamento e la lavanderia e per il personale dipendente».
Si teme anche per il bilancio sociale che, se nel 2016 chiude come deve essere in pareggio, nel 2017 è a rischio a causa dell’incertezza sul trasferimento del fondo indistinto (860 mila euro per Belluno e 435 mila per Feltre): se non dovessero arrivare i soldi, i Comuni non sarebbero in grado di coprire il deficit. A far lievitare i costi l’avvio delle tre medicine di gruppo integrate e per le altre due che partiranno nel Feltrino e l’aumento dei costi del carburante. Per contrarre le spese l’Usl spera di alienare alcuni immobili, impresa non facile ora che il mercato immobiliare è in calo. Anche gli investimenti sono a rischio: l’Usl ha previsto di investire oltre 7 milioni da prelevare dal bilancio aziendale, a cui si aggiungono altri 9,9 milioni già finanziati, però dalla Regione, 8,9 milioni derivanti da contributi statali e infine 9.8 milioni finanziati da altri soggetti privati.
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