Per la Cm un bilancio da 2,8 milioni
BELLUNO. Vale 2,8 milioni di euro il bilancio 2012 della Comunità montana Belluno - Ponte nelle Alpi che, dopo le elezioni amministrative nel capoluogo, si appresta a voltare pagina con una nuova guida che prenderà il posto del presidente uscente Giorgio De Bona. Giovedì il consiglio dell’ente di secondo grado ha approvato il previsionale e il piano delle opere pubbliche, che sarà comunque oggetto di approfondimento da parte della prossima giunta. «I 2,8 milioni», spiega De Bona, «comprendono il finanziamento per la turbina della Valclusa (1,160 milioni) interamente realizzata in proprio dalla Cm. Lasciamo una Cm con il bilancio in ordine e tutto pronto per l’avvio dei bandi di gara per le opere previste».
La Cm Belluno - Ponte è un ente solido e sano: oltre a un bilancio in ordine, c’è un patrimonio notevole accumulato negli anni e da sempre gestito con oculatezza. Nel piano degli interventi, tuttavia, si dà per scontato che qualcosa dovrà aspettare tempi migliori. «Ci sono buone probabilità che alcuni (non tutti) gli interventi vengano finanziati con le risorse della Cm e con il tipico meccanismo del cofinanziamento dei due Comuni. Inoltre», prosegue De Bona, «il governo ha sbloccato i fondi per la montagna, che però valgono 1,4 milioni per tutto il Veneto». Poca cosa, ma se spesi con buonsenso, anche quei soldi potrebbero risultare molto utili: «È evidente», incalza il presidente, «che bisogna innescare un meccanismo con il quale i Comuni che possono attingere al Fondo Brancher non partecipano anche alla divisione di questa risorsa, quasi insignificante rispetto a quel fondo, ma per noi importantissima. Qui non è il caso di fare gli ingordi, caratteristica che abbiamo sempre criticato negli altoatesini».
Per mettere in atto un’azione a beneficio complessivo ed equilibrato di tutto il territorio bellunese, però, ci vorrebbe una figura super partes. «Il compito del coordinamento in una perequazione di questo tipo spetta alla Provincia, ma qualcuno ha voluto mandare a casa il governo politico, impedendo operazioni di questo tipo. Chi ha creato questa situazione», rimarca Giorgio De Bona, «ne ha giustamente pagato il fio, perdendo le elezioni di Belluno, Feltre e Cortina».
Ma De Bona non si ferma, perché il lavoro delle più alte figure istituzionali bellunesi non sembra adeguato agli eventi: «Non si capisce bene cosa stiano facendo i nostri onorevolissimi parlamentari su questo tema, e nemmeno i nostri onorevolissimi consiglieri regionali. Dovrebbero intervenire per riequilibrare l’ennesima ingiustizia, stavolta non a carico di tutto il bellunese, ma solo di quella parte consistente esclusa dal paese del Bengodi (il Fondo Brancher)».
E ancora: «Se questo è il livello, sono d’accordo col sindaco Pd di Bolzano (via i sindaci, meglio i podestà), solo che io suggerisco a Monti di eliminare il Parlamento e il consiglio regionale e istituire il Gran Consiglio».
Infine la Cm ha ottenuto dalla famiglia l’autorizzazione a ristampare “La mia Belluno” di Dino Buzzati: «Con le elezioni, il Comune si è un po’ perso, dimenticando i 40 anni della sua scomparsa. La Cm, che ha la memoria lunga», conclude De Bona, «intende ristampare quel volume, così significativo per la Valbelluna e che venne pubblicato vent’anni va».
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