Per ora gli incentivi aiutano «ma servono politiche attive»
BELLUNO. «C’è sicuramente una ripresa graduale del mercato del lavoro a Belluno», ha affermato ieri il segretario Cisl Alfio Calvagna, «ma non è stata ancora imboccata una strada sicura e certa...
BELLUNO. «C’è sicuramente una ripresa graduale del mercato del lavoro a Belluno», ha affermato ieri il segretario Cisl Alfio Calvagna, «ma non è stata ancora imboccata una strada sicura e certa perché ci sono dati che salgono e scendono. In generale si conferma la stabilità del 2015 in cui in tutto il Veneto c’è stato un salto positivo per quanto riguarda l’occupazione legato prevalentemente agli incentivi del Job Act».
Gli effetti veri potranno esser valutati solo nell’autunno 2018, a fine cioè degli incentivi.
«Quel che oggi emerge», ha continuato Calvagna, «è che l’80% di quei contratti sono ancora in essere. Quindi non è stata un’occupazione di scopo. Non vedo strumentalizzazioni o abusi. È chiaro anche che se l’economia mondiale non andasse bene o se non ci fosse lavoro le aziende non assumerebbero, nemmeno con gli incentivi».
A fronte di un mercato del lavoro sempre più dinamico arrivano le prime proposte dalla Cisl Belluno-Treviso.
«Dobbiamo tornare a fare politiche attive», ha spiegato il segretario generale aggiunto Rudy Roffarè. «Stiamo iniziando un lavoro insieme anche alla provincia di Belluno che permetterà di incrociare i profili professionali delle aziende che assumono. Perché siamo davanti a un mercato che cambia di continuo. Noi siamo molto legati al manifatturiero, soprattutto all’occhialeria, ma abbiamo anche un settore metalmeccanico molto giovane che sta avanzando. Purtroppo tutti i settori dipendono dall’export. Se questo va bene, vanno bene anche le nostre aziende».
Rimane però il grande saldo negativo del turismo.
«Quest’anno c’è stato un gap maggiore rispetto agli anni precedenti», ha dichiarato Roffarè. «Forse a causa anche della neve che è arrivata tardi e che ha portato a dismissioni di contratti assunti molto prima del tempo previsto. Tuttavia, se il nostro turismo è legato alla meteorologia la nostra proposta deve essere pensata in maniera differente: dobbiamo dare delle opportunità al turista. Non importa da dove arriva o quanto si ferma, se trova pioggia o manca la neve dobbiamo essere in grado di fornire alternative. La provincia di Belluno ha investito sul turismo ma bisogna farlo con più convinzione. Dobbiamo insistere su questo. I dati mostrano un mercato del lavoro in chiaro-scuro, con alcuni dati positivi incoraggianti ma solo se guardati a medio-lungo respiro».
Situazione bellunese che fa ben sperare, anche se non mancano le proccupazioni, come ha sottolineato Roffarè.
(d.p.)
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