Per vent’anni succube del marito-padrone

BELLUNO
Per vent’anni ha sottoposto la moglie a ricatti e vessazioni psicologiche. Per questo motivo un imprenditore bellunese di 50 anni (non si danno ulteriori dati dell’imputato per non rendere identificabile la vittima delle violenze) è stato rinviato a giudizio con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. I maltrattamenti consistevano soprattutto in vessazioni psicologiche tali da renderla totalmente dipendente da lui. In particolare dal punto di vista economico. Alla moglie (costituita parte civile con l’avvocato Laura De Biasi) centellinava i soldi per la spesa e per mandare avanti la famiglia, senza lasciarle nemmeno la possibilità di prendere decisioni autonome. L’uomo, addirittura le sottraeva quei pochi soldi che guadagnava con lavori saltuari.
I maltrattamenti psicologici, più che fisici, si sarebbero protratti per vent’anni fino a quando la moglie, dopo aver preso il coraggio tra le mani, ha deciso di rivolgersi a Belluno Donna, un’associazione bellunese che si occupa di donne vittime di violenze e abusi tra le mura domestiche. L’associazione bellunese ha subito aiutato la donna, fornendole consulenza legale. Ora la donna, che lavora in un’azienda di pulizie, ha trovato una sua indipendenza economica. Quella che per 20 anni il marito le avrebbe negato.
Ieri , nell’aula al terzo piano del palazzo di giustizia di Belluno, s’è tenuta la discussione. Il pubblico ministero e l’avvocato di parte civile hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’imputato mentre la difesa ha chiesto il proscioglimento. L’imputato, infatti, respinge le accuse. Il gup Giancotti ha deciso alla fine di rinviare a processo l’imprenditore bellunese. La prima udienza è stata fissata per il 28 febbraio.
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