Per venti giorni i dipendenti non faranno gli straordinari
BELLUNO . Si preannuncia un agosto di fuoco per le Poste venete. La Slc Cgil ha, infatti, proclamato venti giorni di sciopero degli straordinari in tutti i settori dell’azienda dall’1° agosto al 21...
BELLUNO . Si preannuncia un agosto di fuoco per le Poste venete. La Slc Cgil ha, infatti, proclamato venti giorni di sciopero degli straordinari in tutti i settori dell’azienda dall’1° agosto al 21 e lo ha esteso a tutta la regione: «Manca il personale e quello che c’è è sovraccaricato di lavoro» spiega Salvatore Affinito, segretario regionale Slc Cgil. «In molti vanno al lavoro un’ora prima e escono anche due-tre ore dopo l’orario normale, il tutto praticamente gratis».
Lo sciopero riguarderà, infatti, le ore extra lavorate dai dipendenti postali e, nella condizione lavorativa odierna, potrebbe tradursi in una serie di ritardi e malfunzionamenti del sistema per tutto l’arco dello sciopero. Nessun disagio è previsto durante la regolare apertura degli sportelli anche se, continua Affinito: «Sul territorio regionale registriamo ogni giorno situazioni molto pesanti e, se il messaggio che manderemo all’azienda in questi venti giorni non dovesse bastare, siamo già pronti a proseguire le nostre dimostrazioni per tutto l’autunno quando si potrebbe arrivare al blocco totale dei servizi».
Se in tutto il Veneto la situazione dei lavoratori in Posta è critica, Belluno non fa certo eccezione e, anzi, continua Affinito: «Se la situazione regionale è arrivata all’osso, a Belluno siamo anche oltre. Non sarà certo lo sciopero degli straordinari a far capire ai Bellunesi e agli altri cittadini che il servizio peggiora costantemente, è il servizio stesso ad essere diventato un disservizio. Gli stabilimenti postali veneti sono diventati delle vere e proprie fabbriche di disorganizzazione». Uno dei punti critici attorno al quale si sviluppa la protesta è la precarietà dei contratti e soprattutto la mancanza di personale.
«A Belluno si fa fatica ad aprire alcuni centri già con la formula dei giorni alterni, i cittadini devono sapere che il degrado del servizio va di pari passo con il peggioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti delle Poste: pochi, malpagati e con un’azienda che pretende senza dare. Da accordi dovremmo ricevere regolarmente dalle Poste i dati trimestrali sull’organico, cosa che non ci viene mai comunicata. Senza quei dati non sappiamo nemmeno quanti lavoratori manchino nell’organico ma bastano i risultati per intuire l’entità del problema, come sottolineato anche da diversi sindaci oramai sul piede di guerra per la situazione che i cittadini sono costretti a vivere ogni giorno. È per questo che riprendiamo la mobilitazione da dove l’avevamo interrotta pochi mesi fa, nell’incertezza del vertice aziendale».
Questa volta è una mobilitazione che comincia d’estate, «quando i livelli di insufficienza del personale sono all’apice», conclude il sindacalista, «ma l’obiettivo resta l’autunno, nel tentativo di condizionare l’agenda di chi guida l’Azienda a prestare una maggiore attenzione a questa regione, oltre che a cambiare, finalmente, questa ricetta sbagliata».
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