Perarolo, l’allarme torna rosso: evacuate le famiglie

PERAROLO. La frana si è risvegliata. Dev’essersi data una grattata e ha rovesciato verso il Boite alcune centinaia di metri cubi di detriti. Tanto è bastato a cambiare il colore dell’allarme, ai piedi della Busa del Cristo, nel centro di Perarolo: da arancio a rosso. Erano le 11.40 di una mattinata con il cielo azzurro e la temperatura frizzante tipica della stagione, quando i telefonini dei residenti in piazza hanno cominciato a squillare come impazziti. Dove non sono arrivate le telefonate ci hanno pensato i pugni sulle porte di volontari della Protezione civile. Tutti fuori: otto famiglie per un totale di ventidue persone, che non potranno tornare nelle rispettive abitazioni almeno fino a mezzogiorno di oggi. Hanno passato la notte in hotel e bed and breakfast del Cadore e sembrano arrabbiati.
I geologi della Regione si sono presi ventiquattr’ore di tempo e alle 13 di oggi ci sarà una nuova riunione in municipio, per valutare la situazione e prendere altre iniziative. In particolare, Rocco Mariani, titolare della posizione organizzativa Prevenzione Rischio e assetto geologico, ha spiegato al sindaco Pierluigi Svaluto Ferro che ci vorrà del tempo (anche alcuni giorni), per capire la risposta della parte bassa della frana, dopo quello che è successo in quella alta. Le sue parole sono state senz’altro più competenti e precise, ma il senso del discorso è più o meno questo.
Ieri una delle prime conseguenze è stata la chiusura della Cavallera, la strada che si arrampica sulla montagna e, a forza di tornanti sbuca vicino a Pieve di Cadore. È fin lassù, su uno dei tornanti che guarda Perarolo, che sono andati i tecnici, per verificare lo stato di salute della frana, mentre a valle il monitoraggio era il mestiere di Protezione civile, vigili del fuoco e carabinieri, questi ultimi impegnati soprattutto a spiegare ai paesani che si sta facendo tutto per loro e non certo contro di loro.
Il sopralluogo è durato fino alle 16.30, dopo di che è cominciato un vertice in municipio, intorno alla scrivania di Svaluto Ferro, presente anche Luca Soppelsa della Direzione regionale della Protezione civile.
Il conclave è durato oltre due ore, fino a quando si è deciso ufficialmente che l’allerta rimaneva alta e la gente non poteva tornare in casa, sotto la minaccia di uno smottamento in grado di deviare il corso del Boite e provocare un’alluvione con conseguenze difficilmente immaginabili. Le luci sulla frana si erano già accese da qualche minuto e il ponte sul Boite è sempre rimasto aperto al traffico, perché in questo momento la portata d’acqua dell’affluente del Piave non provoca alcuna preoccupazioni. Erano ormai alcune ore che i cittadini cercavano notizie su dove e come passare la serata e, quando si sono sentiti dire che avrebbero dovuto trascorrerla altrove, non l’hanno presa benissimo. Stamattina tornano a Perarolo e si attendono comunicazioni completamente diverse. Svaluto Ferro lo fa per il loro bene, ma alcuni di loro non sembrano volerlo ricambiare, questo bene.
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