Perarolo, riparte la vecchia frana

Il sindaco Svaluto Ferro preoccupato per gli inattesi sviluppi: «Fratture nel suolo, resta l’allarme»

PERAROLO. «La frana sta cambiando le proprie dinamiche. I tecnici ci hanno informato che sta modificando il proprio corso e questo è da ricollegare alla riattivazione della vecchia colata della Busa del Cristo che, rispetto al corpo frana attuale, è spostato verso l’interno della gola che unisce i territori di Perarolo e Valle lungo il letto del Boite. Inutile aggiungere che tutto questo aumenta il nostro senso di preoccupazione».

Il sindaco Pier Luigi Svaluto Ferro annuncia una importante novità relativa alla frana che da oltre un mese tiene col fiato sospeso l’abitato di Perarolo.

«L’area oggetto delle nuove verifiche è sempre la stessa, solo più spostata verso sinistra per chi dal paese guarda l’attuale corpo dello smottamento», prosegue il primo cittadino, «la vecchia frana era stata già trattata con una serie di opere di contenimento nel 1969, effettuate dalle Ferrovie dello Stato quando la tratta correva ancora sopra Perarolo. La riattivazione di quel fronte genera un bel po’ di preoccupazione, anche perché ad oggi non si segnalano decelerazioni significative del movimento. Lo testimoniano anche alcune fratture presenti al suolo che fino a poche settimane fa non erano visibili».

Tutto questo, ovviamente, basta e avanza per giustificare il mantenimento di uno stato di allerta di livello arancione, tale da richiedere un attento monitoraggio h24 ed a tempo indeterminato.

«Il problema non è il colore del livello di allerta», dice sconsolato il sindaco, «quanto piuttosto la fonte di stress che esso genera; e non tanto nei cittadini, che forse non si rendono neppure perfettamente conto della situazione, quanto in noi amministratori e nei volontari di protezione civile che sono qui da oltre un mese, giorno e notte senza un attimo di tregua. L’allerta purtroppo non è lineare e questo non ci permette di rilassarci un attimo».

Detto delle legittime preoccupazioni del sindaco Svaluto Ferro, al momento di quelle opere di mitigazione richieste a gran voce non se ne vede traccia; anche se la Regione ha fatto sapere di aver steso il progetto esecutivo di intervento.

«Alleggerire il corpo frana con interventi mirati potrebbe essere un primo segnale importante», auspica Svaluto Ferro, che lancia un ulteriore allarme, «ad oggi però non è chiara neanche la volumetria d’acqua che un potenziale intoppo del Boite sarebbe in grado di generare. A tal proposito aspettiamo le prossime precipitazioni, che rappresenteranno un banco di prova; senza dimenticare che andiamo incontro alla primavera e dunque alla stagione del disgelo e delle piogge frequenti. Tutto questo non ci aiuta a stare più sereni».

A dare questa ed altre risposte, non solo al sindaco ma a tutti i residenti di Perarolo su cui da oltre un mese pende sulla testa una sorta di spada di Damocle, ci penserà una troupe di geologi provenienti dall’università di Padova, “ingaggiata” dalla Regione Veneto per studiare da vicino ed in maniera approfondita la frana della Busa del Cristo, la vecchia e la nuova. Per la prossima settimana, inoltre, è stato fissato un vertice in prefettura.

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