Perdita di 160mila € «Per sopravvivere si riparta da zero»
BELLUNO. Perdita da 160mila euro per la Fondazione Teatri delle Dolomiti che rischia di chiudere. Ma per sopravvivere i soci parlano di una rinascita da zero.
L’allarme sul destino dell’ente culturale arriva dal presidente Mario Neri che ieri ha presentato i conti e ha prospettato i possibili risvolti di una perdita di esercizio di 160mila euro per l’anno di 2010-2011.
«La situazione finanziaria vede uno sbilancio negativo importante», ha detto Neri annunciando che il bilancio consuntivo dell’esercizio 2010-2011 andrà in approvazione il 23 novembre, data in cui si dovrà anche decidere che fine farà la Fondazione. «Questo deficit si è generato perché le spese preventivate nel 2010 sono state maggiori delle entrate. A questo punto tre sono le ipotesi che si prospettano per sistemare i conti: o i soci coprono la perdita, ma la vedo dura visti i bilanci sempre più risicati degli enti locali, o si dovrà attingere al fondo patrimoniale di 222mila euro di cui 50mila vincolati fino a giugno 2012, oppure si chiude la Fondazione».
Una soluzione quest’ultima che pare non essere voluta da nessuno dei soci, come hanno evidenziato nella riunione del consiglio di indirizzo mercoledì scorso i tre presenti (Comune di Belluno, Regione e Provincia). «Il suggerimento venuto nella seduta di mercoledì da parte dei revisori dei conti è quello di utilizzare il fondo patrimoniale», commenta il presidente Neri che aggiunge: «Anche se un ente del genere che chiude con un tale sbilancio per il subcommissario della Provincia, lascia molti dubbi sulle eventuali responsabilità amministrative che hanno condotto a questo. Anche perchè questa perdita secca sta compromettendo l’attività della Fondazione», sottolinea Neri.
Per poter salvare la Fondazione è però necessario apportare delle modifiche allo statuto, «permettendo che il bilancio passi da finanziario a solare come quello degli enti locali e che la gestione tecnica resti separata da quella artistica. Insomma la Fondazione così com’è non si sostiene più, va modificata nel suo assetto».
«Le idee le abbiamo», annuncia il vicepresidente della Fondazione, Celeste Levis che ripercorre gli ultimi mesi di vita della gestione Romanelli e «dei suoi atti di forza per far votare al consiglio di gestione decisioni da lui prese senza consultare nessuno. Il bilancio di previsione parlava di 593 mila euro e prevedeva entrate di sponsor (20mila), di un progetto Arte nel territorio (38mila) e dei biglietti e rimborsi (200mila) che poi non si sono avverate. Le quote incamerate sono state inferiori e le spese non si sono adeguate alle entrate, malgrado continuassimo a dire all’ex presidente di ritarare gli interventi in base alle risorse effettivamente disponibili. E ora ci troviamo in queste condizioni. Serve strutturarsi in modo diverso prevedendo una programmazione gestita in proprio»
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