Perenzin: «Al palaghiaccio non c’era un pericolo imminente»
FELTRE. Non c'era pericolo imminente di crollo del tetto del Palaghiaccio. La prima relazione della ditta Rubner Holzbau che ha in gestione la manutenzione ordinaria dell'impianto su incarico della cooperativa Feltreghiaccio (1 aprile) parlava di intervenire prima dell'inverno, per cui non c'era ragione per il Comune di sospendere l'attività. Il sindaco Paolo Perenzin, replicando alla richiesta di dimissioni arrivata dai gruppi di minoranza uniti, precisa inoltre che ancora il 20 luglio, successivamente all'ordinanza di inagibilità del 12 adottata in via cautelativa dopo un'analisi visiva dei tecnici municipali, il dirigente dei lavori pubblici Dall'Asen, a seguito di un sopralluogo fatto con un ingegnere della Holzbau, ha scritto in una e-mail interna che non si ravvisavano gli estremi della procedura d'urgenza (sarebbe stata quindi illegittima).
È allora che il Comune ritiene di vederci chiaro una volta per tutte, commissionando la perizia alla ditta Ri-Legno. Sulla base delle risultanze emerge il problema nell'intera sua estensione e questo sostiene la possibilità di procedere d'urgenza, cioè senza dover passare da un bando di gara, ma ricorrendo a un affido diretto dei lavori.
Richiesta di dimissioni rispedita al mittente. «Non solo non accettiamo la richiesta di dimissioni dei consiglieri di minoranza, ma diciamo che probabilmente stanno facendo una vile speculazione su una vicenda che è di interesse rilevante per la città e dovrebbero prima guardare in casa loro, perché questa amministrazione, in una situazione economica drammatica che ci hanno lasciato, è dovuta correre ai ripari per cercare di recuperare in extremis quello che sul Palaghiaccio non era stato fatto. Provino a valutare loro se non devono dimettersi da consiglieri di opposizione». È dura la replica del sindaco Paolo Perenzin ai gruppi di minoranza che nei giorni scorsi hanno accusato l'amministrazione di aver sottovalutato il problema dei puntoni ammalorati del tetto dello stadio del ghiaccio, lasciando passare più di tre mesi - da aprile a luglio - per dare seguito alla rilevazione della ditta Rubner Holzbau.
L'amministrazione non ci sta. «Si è corso per cercare una soluzione al problema dal momento immediato in cui se ne è avuta conoscenza. Si tratterà di fare le verifiche del caso sulla tempistica di trasmissione di queste conoscenze all'amministrazione», precisa il sindaco Perenzin, che ribadisce: «Ci siamo prontamente attivati, abbiamo trovato le risorse e agito sulla base di dati documentali certi, non su suggestioni che qualcuno vuole in qualche misura agitare come uno spettro di fronte ai cittadini».
I tempi. «Nella perizia depositata l'1 aprile si parla della necessità di sostituire i puntoni prima della stagione invernale», rimarca il sindaco. «Convocata una riunione con gli uffici e con la cooperativa, l'amministrazione si è presa l'incarico di ricercare le poste a bilancio per fare un intervento stimato sui 130 mila euro». Nel frattempo sono intercorsi contatti tra l'ufficio tecnico e la ditta per capire l'entità del problema. E «proprio perché ci eravamo mossi per tempo ricercando le risorse, questo ci consente di ultimare i lavori entro il 7 ottobre e aprire la struttura in tempi equivalenti a alle stagioni precedenti».
Contrattacco. «Valutino i cittadini se i consiglieri di opposizione Meneguz, Trento e Curto, più Signoretti hanno diritto di parlare con ragione di una struttura sulla quale non hanno mai fatto nemmeno un intervento, essendo stati tutti personaggi di primo piano dell'amministrazione precedente», ribatte il sindaco. «A Zallot (Altra Feltre) e Sartor (5 Stelle) dico che bisogna stare attenti ad andare con lo zoppo perché si impara a zoppicare», tuona Paolo Perenzin. «Un conto è fare normale dialettica politica, un altro è fare affermazioni lesive dell'immagine e della professionalità degli amministratori, perché l'opposizione unita ha dato l'idea alla cittadinanza che l'amministrazione ha scherzato con la sicurezza e la salute delle persone, che ha dormito e non ha svolto i propri compiti, fino a chiedere su queste basi le dimissioni. Sono dichiarazioni gravi, infondate e anche diffamatorie».
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