Perenzin: «Un duro colpo ma difenderemo i servizi»

Il sindaco ripercorre i mesi di lotta per salvare l’Usl 2 dall’accorpamento «Ci hanno negato anche l’autonomia dei distretti, brutta pagina da Gidoni»

FELTRE. Ventisette favorevoli, diciassette contrari, un voto mancato: la legge che riforma la sanità veneta è passata nella notte in consiglio regionale decretando la soppressione dell’Usl 2 che confluisce nella neonata Usl Dolomitica. Una sconfitta per tutti coloro i quali si erano spesi per mantenere almeno un minimo di autonomia che garantisse la sanità della montagna. Tra questi c’è il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin, che si è speso fino all’ultimo, tentando ripetutamente una mediazione senza ottenere alcunché. L’ultimo schiaffo, il più duro da digerire, è stato l’emendamento nemmeno discusso, che di fronte all’ineluttabile accorpamento nell’Usl Dolomitica, chiedeva di dare una maggiore autonomia ai distretti: «È stata dura sentire il consigliere regionale Gidoni che liquidava come paranoie le richieste dei sindaci bellunesi, visto che l’emendamento era sostenuto anche dal presidente della Conferenza dei sindaci dell’Usl 1, Massaro. Una pagina bruttissima, anche perché non era un emendamento che dava un sostegno a Feltre, bensì a tutta la montagna veneta. Un atteggiamento incomprensibile, per partito preso. Chi avrebbe dovuto darci una mano non l’ha fatto, ma non ci perdiamo d’animo».

Perenzin è pronto a indossare di nuovo l’elmetto: «Stiamo perdendo la partita 1-0, inutile nasconderlo, ma non molliamo di un millimetro. Si riparte dall’esistente, si guarda avanti con l’Usl Dolomitica. Aspettiamo al varco Zaia, Gidoni e Bottacin al momento di analizzare le schede ospedaliere, perché non molleremo di un millimetro. Se la riforma porterà benefici e potenziamento lo vedremo, di sicuro non faremo passare riduzioni e tagli».

Perenzin ripercorre le tappe della battaglia perduta: «Ci siamo battuti in tutte le sedi con proposte costruttive, ma per cercare di guardare al nostro orticello. Abbiamo proposto un progetto di Usl interprovinciale visto il ruolo che l’Usl 2 ha nei confronti del Primiero ma ci hanno detto no. Poi abbiamo chiesto l’autonomia per la sanità di montagna e ci hanno detto no. Infine la proposta di autonomia maggiore per i distretti, ma ci hanno sbattuto la porta in faccia un’altra volta. Ma ci siamo già rialzati, e siamo pronti a difendere la qualità della nostra sanità e del nostro ospedale».

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