Pericolo sulle strade bellunesi, investiti 354 animali
BELLUNO. Tre cervi investiti in Valbelluna nell’arco di una sera a settembre, due in dodici ore la settimana scorsa a Le Campe, in zona Agordo, l'ultimo ieri mattina intorno alle 6, lungo l'Agordina, a Candaten di Sedico: l'animale è sbucato in strada e, al buio, è stato preso in pieno dalla Yaris di un lavoratore. Bilancio: scampato pericolo per l'automobilista, se non fosse per la macchina da rottamare; cervo ucciso e preso in consegna dalle autorità. A nulla in questo caso sono valsi i sensori piazzati lungo la strada, che avvertono della presenza degli animali, inviando un segnale a una centralina che fa lampeggiare con insistenza un semaforo: un avvertimento per gli ignari automobilisti perchè rallentino la velocità.
È strage di ungulati quella che si sta consumando lungo le strade della provincia in questo autunno: almeno 300 gli animali investiti in un anno e quest’anno se ne sono già contati 354. E non è che gli automobilisti se la passino meglio: se non riportano conseguenze fisiche dopo l’impatto su oltre 150 chili di animale, sono costretti a mettere mano al portafogli per sistemare i danni dei veicoli, quando questi non siano da buttare.
Ma non sono solo i cervi a rischio lungo le strade: ci sono anche caprioli, daini, cinghiali e mufloni, sì anche loro: in questo 2016, infatti, l'Ufficio caccia e pesca della Provincia di Belluno ha registrato tre incidenti con mufloni.
I dati parlano chiaro: in 13 anni, dal 2003 al 2016, gli incidenti stradali con ungulati sono aumentati a dismisura. Furono in totale 296 nel 2003, mentre in dieci mesi del 2016 se ne sono registrati ben 354 (i dati della Provincia sono aggiornati al 4 novembre), ancora lontani dai 392 dell'anno “nero”, il 2015 (l’anno scorso furono investiti 197 caprioli, 179 cervi, tre daini, sette cinghiali e sei mufloni).
Nel 2016 si contano 175 incidenti stradali con caprioli, 168 con cervi, otto con cinghiali e tre con i mufloni per un totale di 354 investimenti, la quasi totalità mortali per l'animale.
Ma come si spiega questo fenomeno in costante crescita? «C'è effettivamente un aumento generalizzato degli incidenti, la quasi totalità delle volte mortali per le specie che vengono coinvolte», spiega Loris Pasa, responsabile dell'Ufficio caccia e pesca della Provincia. «Il motivo sta in alcuni fattori, ma specialmente nel fatto che queste popolazioni di animali selvatici sono aumentate molto in provincia e si spostano soprattutto nei periodi autunnali e primaverili».
Quasi esponenziale l'incidenza di schianti che vedono coinvolti i cervi: in tredici anni è triplicata (furono 55 nel 2003 e sono 168 quelli registrati fino al 4 novembre di quest'anno): un aumento giustificato dal raddoppio della popolazione di ungulati, passati dai 4.254 esemplari del 2003 ai 7.815 contati quest'anno.
In calo, invece, il coinvolgimento dei caprioli; dai 238 del 2003 ai 175 del 2016, benchè vi siano state punte di incidenti con il top registrato nel 2010 con 235 capi investiti; questo a fronte di una popolazione sempre in diminuzione, passata dai 16.418 capi del 2013 ai 13.620 di quest'anno. Discorso a parte lo meritano i mufloni: anche questa specie di quadrupede è in via di espansione nel Bellunese, passata dagli 824 esemplari del 2003 ai 1.820 di quest'anno.
«La provincia di Belluno ha un’alta densità di animali selvatici», continua la disamina di Pasa, «e ultimamente ci sono molti spostamenti di animali che attraversano le strade per motivi differenti. È bene usare cautela e soprattutto segnalare i casi in cui si rimane coinvolti in scontri stradali».
A parte il principio di civiltà che imporrebbe il soccorso di un animale investito in strada, allontanarsi e non segnalare l'incidente alle autorità competenti espone comunque l'automobilista coinvolto a sanzioni dettate dal codice della strada, che impone l'obbligo di fermata. Poi è una questione di eventuali risarcimenti: «Quando interveniamo in eventi di questo tipo come agenti di polizia provinciale, consegnamo agli automobilisti tutta la documentazione necessaria per chiedere eventuali rimborsi previsti dalla Regione». L’appello è alla prudenza considerata la frequenza degli incidenti in questo periodo, specie sui punti ciechi lungo le strade.
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