Perizia sull’anziano da 20 milioni di euro

Il gip Aldo Giancotti ha accolto la richiesta del legale del medico bellunese Maurizio Guglielmo

BELLUNO. Una perizia sulle condizioni psichiche e sul grado di influenzabilità, all’epoca dei fatti, dell’anziano da 20 milioni di euro. L’ha disposta il giudice delle indagini preliminari Aldo Giancotti, nell’ambito dell’inchiesta della procura della Repubblica di Belluno che vede indagato per circonvenzione d’incapace il noto medico bellunese Maurizio Guglielmo, attualmente ai domiciliari a Belluno, dopo alcuni mesi trascorsi in una clinica del Trevigiano. La perizia è stata disposta dal gip Giancotti, accogliendo così la richiesta dell’avvocato Paolo Patelmo che difende il medico bellunese. Il professionista incaricato ad effettuare la perizia è Paolo Urbani, il primario del reparto di psichiatria dell’ospedale di Vittorio Veneto. La difesa, da parte sua, affiancherà al perito un proprio consulente. Nella rosa dei nomi in mano all’avvocato Patelmo c’è anche quello di Vittorino Andreoli, noto psichiatra veronese, autore di numerose pubblicazioni di successo sui più grandi casi di cronaca nera italiana.

Il caso giudiziario scoppiò ad inizio del dicembre scorso quando i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Belluno, dopo qualche mese d’indagine, si presentarono alla porta dell’abitazione del medico bellunese con un mandato di perquisizione ed un avviso di garanzia per circonvenzione d’incapace. La procura sospetta che il medico abbia circuito l’anziano, approfittandosi del suo stato di appannamento mentale, per farsi nominare erede universale della sua immensa fortuna: 20 milioni di euro tra contanti e soprattutto immobili al Lido di Venezia e ad Acapulco in Messico. Tra gli elementi di prova, secondo l’accusa, trovati nel corso della perquisizione un documento dattiloscritto, “le plan bleu”, nel quale il medico descriveva le strategie da adottare per circuire l’anziano. Un documento che, invece, secondo la difesa, non avrebbe alcun peso probatorio.

Il medico bellunese, all’inizio degli anni Duemila, fu nominato erede universale anche da una nobildonna, la contessa Romana Zuppani. Anche su quell’eredità i carabinieri stanno indagando per capire se la donna fosse stata circuita dal medico.

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