Perso il 22% delle aziende manifatturiere
BELLUNO. La crisi c’è, è pesante, ma nel 2014 ha allentato un po’ la sua morsa in provincia di Belluno. A dare lo slancio maggiore resta l’export dell’occhialeria. Lo dicono i dati di Confindustria Belluno nel bilancio di fine anno che è coinciso con il saluto del presidente uscente Cappellaro. Dal 2007 ad oggi le imprese manifatturiere sono cale del 22%, mentre l’occupazione nell’industria è scesa del 28%.
Le imprese attive. Le imprese attive in provincia al settembre 2014 erano 14.834 unità (al settembre 2013 erano 14.934, e nel 2012 erano15.190). «Ancora in calo, dunque, ma con una intensità molto più contenuta rispetto all’anno precedente (-0,7% rispetto al -1,7% del 2013)», precisa il direttore Marco Melchiori che aggiunge: «Le imprese manifatturiere attive in provincia sono invece 1.806 (-1.5% rispetto al 2013).
Mercato del lavoro. Saldo negativo anche tra assunzioni e cessazioni di lavoro: nel periodo ottobre 2013/settembre 2014 era a quota -500. «Andamento negativo, ma in leggero miglioramento rispetto al periodo precedente quando era pari a -900 unità», dice Melchiori. «L’aspetto positivo è dovuto al fatto che il numero delle assunzioni è incrementato nel periodo (+2,9%), più di quello delle cessazioni (+1,3%)». In aumento anche i contratti a tempo determinato. Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione «siamo passati dal 2.1% del 2007 al 7.1% del 2013, ma nel 2014 il dato è destinato a salire ancora», sottolinea il direttore.
Cassa integrazione. Calano del 34% le domande di cassa integrazione e in particolare diminuiscono del 22.5% quelle per la Cig straordinaria, in controtendenza rispetto al trend regionale (+19,2%). Scende anche il ricorso alla cassa ordinaria -39% in provincia (rispetto al -30,6% del Veneto).
Crisi aziendali. Il dato negativo resta, però, quello legato alle aperture delle crisi aziendali che a novembre 2014 erano 69 contro le 56 del 2013, «questo significa che la crisi riguarda le imprese di piccole dimensioni», dice il direttore.
Export. A tenere nei confronti della crisi è invece l’export che cresce del 9.4% nel 2014 rispetto al 2013, in controtendenza anche rispetto al Veneto (che aumenta del 2.5%). Leggero ma significativo incremento anche delle importazioni (+4,9% nel 2014 rispetto al -8,2% del 2013). L’occhialeria fa naturalmente la parte del leone con un +13%, aumentando l’incidenza del proprio valore sul totale dell’export provinciale al 73,1%. Pressoché nella media l’aumento dell’export bellunese nei confronti dei paesi Ue (+9,2%), in crescita più rilevante quello verso gli Usa (+10,8%), impennata del flusso merci nei confronti dei paesi Brics (+38,2%), anche se in valori assoluti le esportazioni verso quei territori risultano ancora piuttosto marginali.
Credito alle imprese. Forte il ridimensionamento degli impieghi al settore industriale registrato dalla Banca d’Italia in provincia. Il dato al 30 giugno 2014 segnala una contrazione dell’erogato pari al 17,8% rispetto alla stessa data dell’anno precedente. Per il settore delle costruzioni, la contrazione registrata in provincia (-6,0%) risulta invece in linea con il trend regionale (-5,5%). «La provincia, peraltro, si distingue sempre per essere tra le più virtuose in Italia per la capacità di restituire il credito: è infatti la terza in Italia», spiega Melchiori.
Turismo. A non andare bene, visto anche l’anno caratterizzato da neve e piogge è il turismo. I primi otto mesi dell’anno hanno registrato un calo degli arrivi alberghieri pari al -2,38% e delle presenze pari al -4,6%. In generale tengono gli arrivi dei turisti stranieri, mentre risultano in contrazione quelli degli italiani. L’incidenza dei primi sul totale degli arrivi negli hotel della provincia sale al 53,7%, dal 49,3% dei primi otto mesi del 2013.
I risparmi. «La crisi sta incidendo anche sui consumi delle famiglie che hanno rallentato le spese, ma hanno incrementato il volume dei risparmi. Al giugno 2014 abbiamo registrato in provincia un aumento dei depositi bancari e postali del 2%», conclude il direttore di Confindustria.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi