Personale ai minimi crescono le criticità

BELLUNO. Sempre più critica la situazione all’Ufficio scolastico territoriale di Belluno. A gestire tutte le pratiche, e sono davvero tante, sono rimasti in sette. Sette dipendenti di cui una è la...
La sede del Centro Servizi Amministrativi, l'ex Provveditorato di Belluno
La sede del Centro Servizi Amministrativi, l'ex Provveditorato di Belluno

BELLUNO. Sempre più critica la situazione all’Ufficio scolastico territoriale di Belluno. A gestire tutte le pratiche, e sono davvero tante, sono rimasti in sette. Sette dipendenti di cui una è la centralinista. Una situazione che è andata ad acuirsi di anno in anno e che tra la fine del 2017 e gli inizi di quest’anno ha visto raggiungere l’apice.

«Siamo partiti nel 2011 con 24 dipendenti», ripercorre le tappe di questa crisi Ivano Messina, rsu dell’Ust. «Già all’epoca abbiamo lanciato l’allarme a tutto il territorio, sapendo che negli anni a seguire questi numeri si sarebbero ristretti sempre di più. Abbiamo fatto appelli alla politica, sia quella nazionale che quella regionale e locale. Tutti si sono detti solidali con noi, ma alla fine non abbiamo visto risultati. C’era anche la possibilità che qualche dipendente della Provincia o di altri enti pubblici venisse assegnato ai nostri uffici, ma nessuno è arrivato. Abbiamo dovuto», prosegue Messina, «anche ridurre le giornate di ricevimento per gli utenti perché non possiamo permetterci di togliere troppo tempo alle incombenze burocratiche dell’ufficio».

Da tre anni, ormai, gli uffici dell’ex Provveditorato hanno ridotto a un paio di giornate il ricevimento sia fisico che telefonico. E questo creando non pochi disagi agli insegnanti che hanno bisogno di chiedere informazioni o ragguagli sulla loro posizione lavorativa, soprattutto in vista dell’assegnazione delle cattedre. «Finora, sebbene stringendo i denti e con montagne di ore straordinarie, siamo riusciti a garantire il servizio. Abbiamo fatto i salti mortali e non sappiamo fino a quando potremmo continuare con questi livelli». E ora si avvicinano gli adempimenti di rito: dai trasferimenti alla costituzione degli organici, dall’organizzazione delle commissioni degli esami di Stato alle graduatorie del personale Ata e del corpo docente.

E come se non bastasse, l’esiguità del numero dei dipendenti ha fatto sì che al rinnovo delle rsu non ci saranno più rappresentanti sindacali bellunesi che, invece, dovranno essere accorpati a livello sindacale con i colleghi dell’Ufficio scolastico di Treviso. «Siamo accorpati a Treviso», commenta l’attuale rsu che scadrà ad aprile. «Siamo meno del numero legale consentito per esprimere i nostri delegati sindacali. Fino ad aprile rimarremo in carica io e il collega, poi non si sa cosa succederà». Il rischio, infatti, di fronte a queste difficoltà è che l’intero ufficio possa essere accorpato a quello di Treviso.

Paola Dall’Anese

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