Persone scomparse ricerche immediate grazie allo Sdi

Nuova procedura per la banca dati delle forze dell’ordine per le prime 72 ore basta una segnalazione, poi la denuncia
Di Valentina Voi

BELLUNO. Tempestività prima di tutto, un fattore fondamentale nella ricerca delle persone scomparse. Lo sanno bene le forze dell’ordine, che da oggi hanno a disposizione uno strumento in più per risolvere i casi di “ingiustificata irreperibilità” di una persona.

Basterà una semplice telefonata per inserire il nominativo di una persona all’interno della Banca Dati Interforze - in gergo tecnico Sdi - a disposizione di tutte forze di polizia del territorio italiano, dai Carabinieri alla Polizia Stradale, dalla Sicilia al Veneto. Una novità rispetto al passato, quando per ottenere questo effetto bisognava prima depositare una denuncia di scomparsa. In questo modo, invece, i familiari preoccupati per il mancato rientro di un parente potranno segnalare in modo tempestivo l’ingiustificata irreperibilità della persona: il suo nominativo verrà inserito direttamente nella banca dati comune delle forze dell’ordine.

La procedura è stata attivata dal 16 febbraio. Le comunicazioni fornite dai cittadini verranno inserite nella banca dati grazie ad una specifica segnalazione che indicherà i dati essenziali della persona da rintracciare. È simile a quanto già accade per le auto rubate, i cui dati vengono inseriti in un database comune per facilitarne il ritrovamento. Le segnalazioni non sono tuttavia sostitutive della denuncia, che dovrà comunque essere formalizzata entro le 72 ore successive. Una volta trascorso questo periodo le segnalazioni verranno cancellate dal sistema.

La novità, in questo caso, sta nella tempestività con cui possono iniziare le ricerche. Come sanno bene i professionisti del settore, il tempo è uno dei fattori fondamentali che può decretare il successo o meno nel ritrovare una persona scomparsa. Nel caso della provincia di Belluno, dove il territorio montano può rappresentare un’insidia, alla banca dati comune delle forze dell’ordine si affianca il lavoro dei soccorritori che effettuano battute a tappeto per cercare i dispersi nelle zone impervie.

L’ultimo caso, in ordine temporale, è quello di Giovanni Lavina. Ancora nessuna notizia del 55enne di Tambre la cui auto è stata trovata nei dintorni di Mel agli inizi di febbraio.

«Le ricerche sono state sospese ma continuiamo a fare degli appelli» spiega Alex Barattin, delegato del Soccorso alpino bellunese, «se qualcuno lo dovesse vedere è pregato di contattarci. Visto il tempo trascorso il suo aspetto potrebbe essere diverso dalle immagini diffuse inizialmente ma se c’è una somiglianza invitiamo comunque a fare una segnalazione, la vaglieremo».

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