Pesca no kill, ad ottobre si può

Estesa la possibilità di pescare con obbligo di rilascio, eccezione per il Piave

BELLUNO. È presto per riporre le canne da pesca. Grazie alla norma regionale recepita dalla Provincia di Belluno, infatti, la pesca “no kill”, cioè quella che prevede di rilasciare immediatamente il pesce, potrà continuare per tutto il mese di ottobre, anche se con alcune eccezioni. Un potenziale volano per il turismo settoriale che ha dimostrato di apprezzare il Bellunese e le sue acque.

Due le novità introdotte con la legge 18 del 19 giugno 2014 recepita dal settore Caccia e pesca della Provincia di Belluno. Nelle acque salmonicole l'esercizio della pesca sportiva e dilettantistica è consentito dal primo marzo al 30 settembre. Inoltre nelle zone con il regime "no kill", qualora l'esercizio della pesca avvenga con le sole esche artificiali munite di singolo amo privo di ardiglione, è consentito pescare durante tutto il corso del mese di ottobre.

Ci sono delle eccezioni: in alcune aree del Bellunese è stato necessario valutare attentamente se applicare questo provvedimento dato che l’estensione del periodo di pesca può incidere negativamente con la conservazione della trota marmorata: coincide infatti con l’inizio della riproduzione e anche questo tipo di pesca, per quanto non uccida il pesce ma ne preveda il rilascio, può stressarlo in vista della riproduzione.

In alcune specifiche zone, quindi, si è deciso di non estendere l’attività di pesca “no kill” al mese di ottobre. Si tratta dell’asta del fiume Piave, dalla traversa di Soverzene al confine con la provincia di Treviso, del tratto terminale del torrente Cordevole, da 500 metri dal ponte di Bribano e alla parte terminale degli affluenti per uno sviluppo pari a 300 metri, salvo la presenza di uno sbarramento.

Prudenza anche nella cosiddetta “buffer zone”, tanto che si è deciso di estendere il divieto anche al fiume Piave dalla diga del lago di centro Cadore allo sbarramento di Soverzene, al torrente Cordevole, dalla traversa di san Cipriano a 500 metri a monte del ponte di Bribano, escluso il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, al torrente Mis, dallo sbarramento del lago omonimo alla confluenza nel Cordevole, al torrente Caorame, dal ponte della ferrovia alla confluenza nel Piave, al torrente Cismon, dalla sbarramento di ponte Serra al vecchio ponte di Arsiè, al torrente Senaiga, dalle sorgenti al ponte di Arina e dallo sbarramento del lago omonimo alla confluenza nel Cismon.

Esclusa l’asta del Piave e le zone in cui si è deciso di dare adottare un atteggiamento prudenziale per la conservazione della trota marmorata, ai pescatori restano comunque molte altre aree di pesca.

E i bacini che in provincia hanno in concessione il sistema di pesca hanno già iniziato a pubblicizzare questa possibilità: il potenziale turistico per il settore della pesca sportiva è notevole anche perché nei territori vicini la norma non è ancora stata recepita.

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