Pestarono un bellunese a Jesolo individuati dalla polizia locale
Pestaggio barbaro in piazza Mazzini, la polizia locale individua gli aggressori che avevano malmenato un bellunese il 4 agosto. Sono due triestini, rintracciati a distanza di mesi dopo accurate indagini fatte passando al setaccio i social network e utilizzando anche il Dna. La brillante operazione della polizia locale jesolana ha permesso di arrivare ai malviventi che la notte tra il 4 e il 5 agosto avevano scatenato una rissa in piazza Mazzini, subito sedata dagli agenti.
Nella galleria Maxim i due triestini avevano aggredito un uomo di 40 anni di Belluno. Prima le provocazioni, poi la lite, quindi il 40enne era stato sbattuto a terra e colpito con un calcio in pieno volto. L’uomo aveva riportato gravissime ferite e varie fratture agli zigomi, al naso e alle ossa dell’orbita oculare. Avrebbe potuto rischiare la vita.
I due aggressori si erano allontanati assieme ad altri amici, lasciando l’uomo a terra. Gli agenti avevano però identificato subito uno degli amici degli aggressori, rimasto indietro, e avevano anche acquisito il video registrato dalle telecamere presenti in zona. Video nel quale erano riprese tutte le fasi dell’aggressione.
A quel punto sono scattate le indagini sul giovane identificato, di Trieste, e contemporaneamente sono state ricostruite le sue amicizie attraverso social network. Gli agenti della municipale hanno trovato tutti gli amici che si erano recati a Jesolo quella notte per festeggiare un addio al celibato.
Contemporaneamente è stata informata l’autorità giudiziaria e sono stati acquisiti i tabulati telefonici, che hanno confermato inequivocabilmente la presenza di quelle persone a Jesolo. Sulla base di questi elementi è stata richiesta una perquisizione domiciliare lo scorso 15 dicembre, con il sequestro dei vestiti indossati dai due giovani triestini e dei loro cellulari.
I due aggressori sono S.C. e G.F. entrambi di 26 anni. Rispondono esattamente alle immagini acquisite e nelle loro rispettive abitazioni avevano ancora indumenti identici a quelli indossati la notte dell’aggressione. Il primo si trovava a Trieste, mentre il secondo è stato rintracciato e raggiunto a Bari, dove si trovava per ragioni professionali. Ora sono indagati per lesioni gravissime in concorso.
L’operazione si è conclusa a distanza di mesi grazie alla preparazione e alla determinazione del comando della polizia locale jesolana, che ha saputo indagare accuratamente con i suoi investigatori senza lasciare nulla al caso e dimostrando che ogni reato a Jesolo viene perseguito senza tralasciare alcun dettaglio.
Ora i due triestini dovranno difendersi a giudizio e rischiano anche di dover pagare un consistente risarcimento per i danni provocati al bellunese vittima dell’aggressione. —
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