«Pesticidi in aumento un pericolo per le api»
Limana. Oltre cento persone alla serata sullo stato di salute dell’apicoltura “Liberi dai veleni” invita ad agire per non diventare «come le altre province»
LIMANA. «È certificato che i pesticidi uccidono le api. In provincia non ci sono casi al momento accertati ma non tutti gli apicoltori segnalano le morie e, soprattutto, questo non significa che si possa stare tranquilli. Bisogna operare immediatamente per non diventare come le altre province del Veneto». Questo, secondo la campagna “Liberi dai veleni”, il messaggio centrale emerso dalla serata che si è tenuta mercoledì scorso a Limana. Una serata divulgativa sui temi della salute umana e della tutela dell’ambiente correlati ai rischi derivanti dall’uso di pesticidi in agricoltura. All’organizzazione proprio “Liberi dai veleni”.
«Oltre cento persone sono arrivate ad ascoltare il dottor Franco Scalari, medico veterinario dell’Usl 1 Dolomiti che opera nella parte montana della provincia, il quale ha spiegato ai meno esperti il valore straordinario delle api e della loro attività di impollinazione, fondamentale per la sopravvivenza della vita sul pianeta: niente api, niente cibo. Questo è chiaro» sottolineano gli organizzatori dell’incontro. «In Italia, e nel Bellunese in particolare, abbiamo le api migliori e che il mondo intero ci invidia. Grande responsabilità quindi dell’intera comunità che ha l’obbligo di lavorare compatta, dai cittadini che consumano, ai produttori che utilizzano la terra, alle istituzioni che governano, per difendere il patrimonio di grande qualità che il nostro territorio e la biodiversità esistente rappresentano».
E, secondo “Liberi dai veleni” – che critica le «folli e costanti deroghe della Regione Veneto» – il pericolo è alle porte e non c’è un minuto da perdere: «Lo dimostrano gli innumerevoli dati e gli autorevoli studi presentati dal dottor Giovanni Beghini, medico Isde (Associazione italiana medici per l’ambiente) operante a Verona. Certamente a livello regionale la provincia di Belluno è fanalino di coda nell’uso di pesticidi, per fortuna. L’aumento però del 30% nell’acquisto di pesticidi dal 2013 al 2014 e la conferma delle stesse quantità nel 2015 rispetto all’anno precedente indicano una pericolosa tendenza, soprattutto se confrontata con la superficie effettivamente coltivata. Il dato fa ancora più paura se si pensa che i due terzi dei pesticidi sono riferiti all’ex Usl 2, cioè Feltrino e Valbelluna».
«I numerosi interventi del pubblico nel corso della serata hanno necessariamente portato la discussione sui controlli» dicono ancora da “Liberi dai veleni”. «Il sistema complessivo, che è sostenuto da importanti risorse pubbliche, deve essere volto a prevenire i rischi e a indirizzare le istituzioni a mettere in atto ogni azione, così da tutelare la nostra ricchezza per le generazioni future. Senz’altro le segnalazioni a posteriori degli apicoltori e gli accertamenti di eventuali avvelenamenti sono strumenti importanti per dare atto di una situazione da tenere monitorata ma comminare la multa per uso illegale di pesticidi significa aver perso la battaglia».
«È assodato che l’agricoltura basata sulla chimica uccide le api» continuano, «pertanto, se non vogliamo diventare come la Valtellina, in cui si diramano comunicati per portare via le api quando iniziano i trattamenti sulla vite, dobbiamo tutti, istituzioni aziende e popolazione, impegnarci fin da subito per attuare controlli preventivi e cambiare mentalità in ambito agroalimentare».
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