Piano casa, vince il Comune di Cortina: respinto un altro ricorso
CORTINA. Piano casa, il Tar dà ragione al Comune: respinto il ricorso proposto dalla Logan srl, difesa dall'avvocato Bruno Borel, per l’annullamento del diniego oppostole dal Comune all’applicazione del Piano casa per la costruzione di un terzo edificio in località Pecol. La Logan chiedeva che venisse sospesa la delibera del consiglio comunale, approvata nel febbraio 2014, che recepiva sì il terzo Piano casa regionale, ma con forti limitazioni. Dopo che le era stato concesso di spostare il volume di una casa antica e lesionata dalla zona franosa di Staulin a quella più stabile di Pecol, la Logan aveva chiesto di poter aumentare il volume del nuovo immobile del 50%, contrariamente a quanto previsto dalla determinazione del Comune che prevede la possibilità di ampliare del 5%.
Da qui il ricorso al Tar con richiesta di sospensiva della delibera di consiglio. Il giudice ora ha accolto l’eccezione di inammissibilità del ricorso proposta dall'avvocato Alessandro Calegari a difesa dell’Amministrazione ed ha condannato la Logan a pagare le spese processuali e a versare al Comune 3 mila euro per gli onorari di giudizio. Il Tar ha ritenuto che, non avendo ottenuto l’autorizzazione paesaggistica, la Logan non avesse interesse a presentare ricorso perché, anche se questo fosse stato accolto, non avrebbe comunque potuto realizzare l’intervento di ampliamento richiesto. Si chiude dunque positivamente per il Comune anche questo capitolo legato ai ricorsi relativi al terzo Piano casa. Soddisfatti il sindaco Andrea Franceschi e l’assessore all’Edilizia Privata ed ai Lavori Pubblici Stefano Verocai .
«Per noi quello è sicuramente un altro risultato positivo», dichiarano, «che mette in salvo anche l'ultima delibera di applicazione sul territorio comunale del Piano casa regionale. Non abbiamo nulla di personale contro la società Logan», precisano gli amministratori, «anzi ci siamo impegnati per consentire a questa, e ad altre famiglie ampezzane, lo spostamento del volume da una zona ad alto rischio ad una molto più sicura. Tuttavia la convenzione prevedeva chiaramente che non ci fossero aumenti di volume oltre il 5%. I privati avevano cambiato idea, facendo ricorso contro la nostra delibera sul Piano casa, e quindi siamo stati costretti a difenderci. L’esito del processo dimostra la correttezza della linea tenuta dal Comune e la coerenza del suo operato. Con questo risultato speriamo ora che, con il nuovo Piano casa, la Regione, che attraverso il presidente Luca Zaia ha più volte parlato di consumo zero del territorio, faccia seguire alle condivisibili parole i fatti concreti e tenga conto delle peculiarità dei singoli territori e, nello specifico, di zone fragili come quelle della montagna veneta. Ci ci auguriamo inoltre», concludono Franceschi e Verocai, «che comuni turistici come il nostro possano mantenere l’autonomia nella pianificazione del proprio territorio, al fine di poterlo preservare per le generazioni future da chi invece vorrebbe continuare a costruire ad ogni costo».
Alessandra Segafreddo
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