Piave Maitex, ammonito un delegato sindacale

L’rsu della Filctem Cgil aveva rilasciato un’intervista in cui dava consigli di rilancio alla proprietà che non sono stati apprezzati . Il sindacato: «È un atto inaccettabile»

FELTRE. Le dichiarazioni a mezzo stampa del delegato sindacale alla Piave Maitex non piacciono all’azienda che, prima invia una contestazione scritta al lavoratore, e poi, non accettando le sue motivazioni, manda una ammonizione scritta. E allora il sindacato decide di ricorrere alle vie legali contro il provvedimento, avviando una causa.

Protagonista, suo malgrado, di questa vicenda, che per la Filctem Cgil di cui fa parte ha dell’incredibile oltre che dell’inaccettabile, è Diego Pauletti, dipendente da 39 anni e da 28 nella rsu dell’industria tessile feltrina di proprietà del presidente di Confindustria, Luca Barbini.

I precedenti. A scatenare tutto sarebbe stata un’intervista rilasciata il 5 gennaio scorso da Pauletti ad un quotidiano locale in cui invitava i vertici aziendali a puntare sul “ricambio generazionale, sull’investimento in nuovi macchinari, sull’aggressione a nuovi mercati e anche sull’innovazione tecnologica cioè quella che va sotto il nome di Industria 4.0 con l’aiuto di tutti i lavoratori per rilanciare lo stabilimento”.Un’intervista rilasciata dal lavoratore dopo la sua rielezione come rsu, l’ennesima di fila in 28 anni. Ma l’azienda dice che «queste dichiarazioni l’avrebbero danneggiata e quindi invia la contestazione». Una scelta che apre a un provvedimento disciplinare. Il dipendente risponde entro i termini previsti, cioè cinque giorni, spiegando la propria posizione e chiedendo di stralciare il provvedimento in quanto insussistente. Il tempo passa ma il 5 febbraio l’azienda invia, tramite lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, un’ammonizione scritta nei confronti del lavoratore.

La presa di posizione del sindacato provinciale. Un atto che tutto il sindacato di categoria, da quello provinciale fino a quello regionale, vedono come un affronto alla libertà dell’azione sindacale. Lo dice chiaramente Denise Casanova, segretaria bellunese di categoria. «L’accaduto è molto grave perché un delegato sindacale è legittimato a fare delle dichiarazioni che non possono scatenare delle ritorsioni nei suoi confronti. Con questa azione dell’azienda, si mette a rischio la libertà di espressione e quella sindacale. L’impresa non può certo pensare che prima di rilasciare dichiarazioni un delegato sindacale debba accordarsi e avere il bene placet dell’azienda stessa».

«Le rsu possono dire quello che pensano su ogni processo avviato dalla società dove prestano la loro opera, visto che svolgono la funzione di mediatori tra l’impresa e i dipendenti. La risposta venuta dalla Piave Maitex è molto pericolosa», lancia l’allarme Mauro De Carli, segretario generale della Cgil di Belluno «perché lascia intendere che i delegati sindacali devono avere l’ok dell’azienda prima di parlare, altrimenti saranno puniti. Diego, nell’intervista, non ha fatto altro che riportare le preoccupazioni dei dipendenti che chiedono innovazione. Credo che si debba tornare al tavolo del confronto con le aziende, perché non si può pensare di lavorare con la spada di Damocle del provvedimento disciplinare. Ribattere a questo comportamento aziendale è un atto dovuto», conclude De Carli.

La presa di posizione del sindacato regionale. Per Stefano Facin, segretario veneto di categoria, «l’atto stride con quanto sottoscritto con gli industriali a livello nazionale vale a dire la necessità della partecipazione. Ma forse alla Piave Maitex questo documento non è ancora arrivato. Per cui chiediamo il ritiro dell’ammonizione. Spero ci sia stata una sopravvalutazione delle parole della rsu perché se non fosse così si aprirebbero scenari non troppo belli e non si sa dove si potrebbe finire. Per cui abbiamo dato un mandato ad un legale, ma siamo pronti a ricorrere, se serve, alla Corte europea».

«Non si può intimidire il lavoratore», commenta anche Maristella Viola della Filctem regionale, «e l’azienda con quest’ultimo atto non fa che reiterare il suo pensiero cioè che il dipendente non doveva permettersi di dire quelle cose».

L’invito a riprendere il dialogo. Dal canto suo Pauletti invita l’azienda a riaprire il tavolo del confronto, un tavolo a cui i lavoratori sono sempre stati disponibili a partecipare malgrado nell’agosto 2016 la Piave Maitex abbia deciso unilateralmente di rescindere l’accordo per il contratto integrativo.

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