Piccola ripresa ma si guarda a Cortina
I dati della Cassa edile provinciale: addetti (5.800) e monte salari (27 milioni di euro) quasi dimezzati dall’inizio della crisi
SEDICO. Una piccola ripresa sta interessando, dopo 10 anni, il settore dell’edilizia in provincia di Belluno, settore che dovrà sempre più stare al passo coi tempi, digitalizzandosi e concentrandosi su alcuni ambiti come le ristrutturazioni, le rigenerazioni urbane, ma anche la salvaguardia ambientale. Lo conferma il presidente della Cassa edile bellunese, Giuseppe Fagherazzi che, ieri nel corso della cerimonia di consegna dei Premi fedeltà e dell’inaugurazione dei nuovi uffici, si è detto intenzionato a unire in un unico ente la Cassa e la scuola edile.
La crisi.
«Sono 5.800 gli addetti dell’edilizia in provincia, di cui la metà artigiani», ha detto Fagherazzi. «Dall’inizio della crisi si è persa quasi la metà tra imprese e lavoratori». Inoltre dal 2008 è calata del 35% la massa salari passata da circa 42 milioni di euro a 27.658.000, registrando però nell’ultimo anno un lieve aumento (+0,80%).
«C’è stata anche una lieve crescita delle ore lavorate (+0,60%) mentre si registra una diminuzione del 30% delle ore di cassa integrazione richieste. A fronte di questo sono aumentati i mutui per la prima casa (+8.7%). E anche le malattie professionali», come ha sottolineato il vice presidente dell’ente, Gianluca Angelo Quatrale.
Le nuove sfide.
L’edilizia vede nei Mondiali 2021 una sfida da cogliere e da sfruttare al massimo per far ripartire la macchina delle costruzioni. «Vogliamo essere protagonisti in questo ambito», ha detto Fagherazzi, «ma la provincia deve essere unita».
Il timore è che ci possano essere non solo eventuali infiltrazioni malavitose ma anche ditte provenienti da fuori provincia e regione che si aggiudicano gli appalti grazie ai massimi ribassi. Ed è su questo fronte che «come Cassa edile insieme con la Prefettura, i sindacati e le associazioni datoriali stiamo lavorando ad un protocollo di intesa affinché la Cassa diventi strumento di controllo affinché tutte le imprese che verranno a lavorare nel Bellunese versino i contributi alla Cassa provinciale e rispettino le regole del territorio anche in materia di contratti. Dobbiamo essere attenti al fenomeno dell’abusivismo, alla regolarità del mercato, ai prezzi remunerativi per le imprese, e soprattutto dobbiamo garantire la sicurezza nei cantieri. Perché in queste prove di autonomia», ha concluso il presidente della Cassa edile, «la politica deve fare la propria parte garantendo la specificità e la competitività».
La nuova sede.
E il primo passo verso la costituzione di un unico ente che racchiuda in sé la Cassa edile e la scuola per la formazione e la sicurezza è stato fatto ieri con l’inaugurazione ufficiale dei nuovi uffici della Cassa, uffici dove l’ente si è già trasferito da oltre un mese.
La struttura, che ospita oggi sia la scuola edile che la cassa, di proprietà di quest’ultima, sorge a Sedico su una superficie di circa 4000 metri quadrati, ma l’area è destinata a svilupparsi ancora per altri 6000 metri quadrati grazie all’acquisto di un terreno che diventerà campo di prova dei mezzi per l’edilizia ad uso della scuola, scuola che sta diventando un fiore all’occhiello come hanno rilevato il sindaco di Sedico, Stefano Deon e il senatore Giovanni Piccoli.
I beni.
La Cassa edile a febbraio ha donato, per 30 anni in via gratuita, al comune di Mel il locale centro di formazione con il patto che venga utilizzato da associazioni di volontariato e che non origini reddito altrimenti dovrà essere diviso con la Cassa. E per questo motivo la giunta zumellese ha voluto donare una targa in segno di gratitudine. Inoltre è stata dismessa e demolita la sede pontalpina, tenendo soltanto il terreno, mentre gli uffici di Belluno saranno presto messi in vendita.
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