Piccoli: «È a rischio la nostra economia»

Il senatore contro la norma per l’autonomia fiscale a Trento e Bolzano. «Così siamo colonizzabili»

BELLUNO. «Aver dato l’autonomia fiscale al Trentino Alto Adige mette la provincia di Belluno in una posizione di debolezza che potrebbe causare grossi problemi alla nostra economia. E in questa direzione potrebbe andare anche la scelta di eliminare l’Odi per la gestione del fondo Brancher».

A lanciare l’allarme sulla norma contenuta nella legge di stabilità, è il senatore di Forza Italia, Giovanni Piccoli, che su questo tema ha già presentato un’interrogazione nei giorni scorsi e che ora con i suoi colleghi sta stilando una relazione in cui evidenziare «tutti i contro di questa decisione del governo».

Piccoli parla di una scelta che «non fa altro che creare figli e figliastri. Quella dell’autonomia fiscale è una partita molto delicata per il territorio bellunese, perché permette a Trento e Bolzano di fare politiche di attrazione delle nostre aziende; in poche parole è come se avessimo spostato l’Austria più vicino a noi, acuendo così le nostre problematiche. Il governo cede pesantemente, trascurando così i paesi contermini che si troveranno in difficoltà».

Per il senatore forzista «quella del governo suona coma una dichiarazione che il territorio bellunese è colonizzabile tramite le politiche fiscali, ma così mettono in crisi la nostra economia. Una manovra che implica una reazione da parte dei bellunesi, che saranno sempre più spinti a chiedere una provincia autonoma, anche se dotata di armi spuntate rispetto a contermini molto aggressivi». Per Piccoli questa scelta è anche «una dichiarazione di guerra economica che interesserà l’interno Veneto».

Nella stessa direzione va anche l’eliminazione dell’Odi del fondo Brancher. «Chi gestirà quei 240 milioni di euro accantonati per progetti presentati dai Comuni? E perché lasciare a Trento e Bolzano, quelli cioè che mettono le risorse, a decidere come investire nei vari territori? In tal modo, le province autonome decideranno a chi dare i soldi in base ai loro interessi e non seguendo le necessita ai Comuni svantaggiati».

Infine, Piccoli evidenzia come «con questa soppressione, di fatto, si esautorano gli enti locali della capacità di decidere. A Milano era stato suggellato un patto per tutelare i Comuni di confine, invece qui si garantisce solo chi i soldi li dà. E mi meraviglio», conclude il senatore bellunese, «che questo indirizzo sia stato dato proprio dal ministro Delrio: fino a qualche tempo fa era il presidente dell’Anci e quindi conosce quali siano le reali esigenze degli enti locali».

Paola Dall’Anese

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